Record di accessi ai pronto soccorso pediatrici

Simeup

Record di accessi ai pronto soccorso pediatrici

di redazione

La “tripla epidemia” di virus respiratorio sinciziale, influenza e Sars-Cov2 «sta mettendo a dura prova sia i Pronto soccorso che i reparti di pediatria, sotto pressione da Nord a Sud».

A rilevarlo è Stefania Zampogna, presidente nazionale della Società italiana di medicina emergenza urgenza pediatrica (Simeup). «Tanti i contagi dovuti anche all’influenza che quest’anno è arrivata prima del tempo. I più a rischio – sottolinea Zampogna – sono i neonati da zero a due mesi che hanno un apparato respiratorio più fragile e debole». E così sarà ancora per gennaio e febbraio perché i virus in circolazione post Covid sono molto più aggressivi del solito.

L’invito della Simeup è dunque di «far far fronte comune», rivolto innanzitutto ai genitori dei piccoli «affinché non abbandonino nei loro confronti le misure di prevenzione che bene hanno imparato con la pandemia Covid-19, ovvero: il distanziamento sociale, l’evitamento di luoghi chiusi e affollati, l’igienizzazione delle mani, tutti piccoli accorgimenti che costituiscono un’efficace barriera anche per la diffusione del virus respiratorio sinciziale, principale causa delle bronchioliti nei primi mesi di vita».

Fondamentale è anche il ruolo dei pediatri di base e della medicina territoriale nel promuovere e incentivare ancora oggi l’adesione alla campagna vaccinale contro il virus influenzale. Per la Società scientifica occorre quindi implementare la vaccinazione antinfluenzale anche nella fascia pediatrica, diffondendo una maggiore cultura e consapevolezza nei genitori su questo importante strumento di prevenzione.

«L’ondata dei virus respiratori, che evidenzia le ben note criticità della rete dell’emergenza-urgenza pediatrica, è infine ulteriore occasione - conclude la presidente Simeup - per riflettere sulla necessità di implementare le linee guida sull’osservazione breve intensiva pediatrica in tutte le realtà sul territorio nazionale, soluzione efficace per ridurre la pressione sulla rete ospedaliera, che consentirebbe dimissioni precoci dei pazienti meno critici ottimizzando così la disponibilità dei posti letto di ricovero per i pazienti più gravi».