Il Regno Unito approva la prima terapia genica basata su Crispr-Cas9. È indicata per anemia falciforme e beta-talassemia

La prima volta

Il Regno Unito approva la prima terapia genica basata su Crispr-Cas9. È indicata per anemia falciforme e beta-talassemia

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Immagine: UC Berkeley, Video by Roxanne Makasdjian and Stephen McNally, Additional footage provided by Keck Graduate Institute (KGI) and Ella Maru Studio, CC BY 2.5 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.5>, via Wikimedia Commons
di redazione
Decisione storica nel Regno Unito: è stata approvata per uso clinico la prima terapia genica basata sul “taglia e cuci” molecolare. Si tratta di exa-cel indicata per pazienti dai 12 anni in su con anemia falciforme o beta-talassemia. Potrebbe seguire il via libera della FDA e dell’EMA

«Sono lieto di annunciare che abbiamo autorizzato un trattamento di editing genetico innovativo e primo nel suo genere chiamato Casgevy». È con queste parole che 

Julian Beach, direttore esecutivo ad interim per la qualità e l’accesso all’assistenza sanitaria presso l’agenzia regolatoria britannica del farmaco, la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA), ha reso noto il via libera al commercio di una terapia basata sulla tecnica di editing genomico Crispr-Cas9. 

È la prima volta nel mondo che lo strumento per il “taglia e cuci” molecolare viene reso disponibile sul mercato.

La decisione storica riguarda la terapia exagamglogene autotemcel, anche nota come exa-cel (nome commerciale Casgevy), sviluppata da Vertex Pharmaceuticals, con sede a Boston, e  CRISPR Therapeutics, con sede in Svizzera, per il trattamento  dell’anemia falciforme e della β-talassemia trasfusione-dipendente in pazienti dai 12 anni in su. 

Casgevy, ricorrendo alla tecnica di editing Crispr premiata con il Nobel in chimica nel 2020, corregge i difetti nei geni che codificano l’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi deputata al trasporto dell’ossigeno, che sono all’origine delle due malattie. 

Nell’anemia falciforme, l’emoglobina difettosa modifica la forma delle cellule del sangue (che assumono la forma di mezza luna o di falce) provocando la formazione di grumi che possono ostruire i vasi sanguigni e causare crisi dolorose improvvise di durata variabile. 

Il difetto genetico della beta-talassemia, invece, provoca bassi livelli di emoglobina nel sangue responsabili  di sintomi come affaticamento, mancanza di respiro e battito cardiaco irregolare. Per entrambe le patologie l’unica soluzione a lungo termine disponibile finora era il trapianto di midollo osseo, una procedura rischiosa e non sempre possibile. 

In estrema sintesi, la terapia Casgevy funziona così:  le cellule staminali dei pazienti prelevate dal midollo osseo vengono modificate in laboratorio con la tecnica Crispr Cas-9 che corregge i geni difettosi  per poi essere reinfuse nei pazienti per via intravenosa.  La versione corretta delle cellule permette al midollo osseo di produrre globuli rossi con emoglobina sana. 

Prima dell’infusione i pazienti vengono sottoposti a un trattamento preparatorio che rende il midollo osseo pronto a ricevere il trapianto e dopo l’infusione sono tenuti sotto osservazione per almeno un mese in ospedale in attesa che le cellule modificate attecchiscano nel midollo osseo e comincino a produrre globuli rossi sani. 

La procedura è lunga, ma potrebbe bastare una sola somministrazione per avere un beneficio permanente sulla sintomatologia, ossia alleviare i dolori per chi soffre di anemia falciforme e ridurre la necessità di trasfusioni per chi è affetto da beta-talassemia. 

Il provvedimento dell’ente regolatorio britannico si basa sui risultati di due trial clinici, uno su pazienti con anemia falciforme e l’altro su persone affette da beta-talessemia. 

Nel primo studio 28 (97%) partecipanti su 29 sono stati risparmiati dalle crisi dolorose tipiche della malattia per almeno 12 mesi dopo il trattamento.

Nello studio sulla beta-talassemia trasfusione-dipendente, 39 pazienti (93%) su 42 non hanno avuto bisogno di una trasfusione di globuli rossi per almeno 12 mesi dopo il trattamento. Gli altri tre hanno ridotto del 70 per cento il ricorso a trasfusioni.

Gli effetti collaterali del trattamento erano simili a quelli associati ai trapianti di cellule staminali autologhe come nausea, affaticamento, febbre e aumento del rischio di infezione. Il principale timore è che Crispr-Cas 9 possa effettuare modifiche genetiche diverse da quelle previste con conseguenze imprevedibili.  

«L’MHRA continuerà a monitorare da vicino la sicurezza e l'efficacia di Casgevy, attraverso dati di sicurezza nel mondo reale e studi sulla sicurezza post-autorizzazione condotti dal produttore», si legge nella nota stampa con cui è stato annunciata l’autorizzazione al commercio di exa-cel. 

Tanto la Food and Drug Administration quanto l’European Medicine Agency hanno avviato l’iter per l’approvazione di Casgevy, il cui utilizzo per i suoi costi elevati sarà con molta probabilità limitato ai Paesi ricchi. 

Il prezzo del trattamento non è stato ancora stabilito nel Regno Unito, ma secondo Nature le stime suggeriscono che potrebbe aggirarsi intorno a circa 2 milioni di dollari per paziente, in linea con il prezzo di altre terapie geniche.