Le richieste dei medici, dirigenti sanitari e infermieri per salvare il Servizio sanitario nazionale

Finanziaria 2025

Le richieste dei medici, dirigenti sanitari e infermieri per salvare il Servizio sanitario nazionale

di redazione

Investire nel Servizio sanitario nazionale non solo con finanziamenti, ma anche con leggi che ne consentano il rilancio; rendere «appetibili» le professioni sanitarie, con un piano di assunzioni che limiti il disagio;aumentare le retribuzioni prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti, inclusi i sanitari dell’ospedalità privata, riconoscendo e distinguendo le risorse destinate alle specificità sanitarie; defiscalizzare l’indennità dì specificità medica, raddoppiare quella infermieristica ed estenderla alle ostetriche; adottare «seri provvedimenti» per fermare le aggressioni nelle strutture sanitarie; contrattualizzare gli specializzandi; riconoscere il carattere usurante delle professioni assistenziali.

Sono queste le principali richieste che medici, dirigenti sanitari, infermieri e altri professionisti del Servizio sanitario nazionale rivolgono al Governo in vista della scrittura della prossima Legge finanziaria che sarà presentata antro al fine di settembre.

«Nessuno pensi di continuare a fare cassa sulla pelle del Servizio sanitario nazionale e dei suoi professionisti» avvertono in una nota Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici presidente nazionale Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing Up.

«Il nostro principale obiettivo – spiegano - è quello di favorire provvedimenti che risollevino il Ssn dallo stato di agonia in cui versa da anni e di rendere più appetibile le nostre condizioni di lavoro, mettendo un argine alle fughe di colleghe e colleghi molto prima dell’età di quiescenza».

La legge di bilancio «non è l’unico ambito di intervento per riqualificare il Ssn, precisano, e chiedono «una profonda riforma del Ssn ormai datata al 1992 con il decreto legislativo n. 502 non più compatibile con le profonde trasformazioni susseguitesi nei decenni».

Il Governo, sostengono infine Di Silverio, Quici e De Palma, «deve dimostrare se davvero intende difendere il diritto alla salute, unico principio espressamente dichiarato fondamentale nella Costituzione italiana, o se intende portare alla deriva il nostro Ssn. Noi ci comporteremo di conseguenza» concludono.