Torna Covid? In realtà non se ne è mai andato. Aumentano i contagi, ma non i vaccinati

Covid-19

Torna Covid? In realtà non se ne è mai andato. Aumentano i contagi, ma non i vaccinati

di redazione
Non c'è da stupirsi. Sars-CoV-2 si comporta come tutti i virus respiratori e in inverno circola di più. Senza una buona copertura vaccinale, soprattutto tra gli anziani e i fragili, si rischia che l'epidemia sfugga al controllo. Il vaccino aggiornato protegge dalle varianti in circolazione

C’era da aspettarselo: è inverno, si sta di più al chiuso, si arieggiano di meno le case, gli uffici e le scuole, i finestrini delle auto e dei mezzi pubblici vengono tenuti chiusi e così aumenta la trasmissione dei virus respiratori. Sars-Cov-2 non fa eccezione. Nelle ultime tre settimane  infatti nel nostro Paese i contagi sono più che raddoppiati, passando dai 21 mila dei primi di novembre ai 48 mila della settimana tra il 20 e il 26 novembre (dati dell’Istituto superiore di sanità aggiornati al 29 novembre). Non c'è di che stupirsi, però:il virus responsabile di Covid-19 non è mai uscito di scena. 

«Non dobbiamo dire che Covid-19 è tornato a circolare perché in realtà non se ne è mai andato. Non ci sorprende che ci sia una ripresa dei contagi in questa stagione perché è un fenomeno tipico dei virus respiratori. Ci sorprende piuttosto la bassissima copertura vaccinale nella popolazione, soprattutto tra gli anziani e i fragili», commenta Roberta Silquini presidente della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). 

La campagna di vaccinazione con il vaccino aggiornato a XBB 1.5 (Pfizer/BioNtech), come indicato nella Circolare del ministero della Salute del 27 settembre ha l’obiettivo di «prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di COVID-19». Il vaccino viene offerto gratuitamente alle persone di età pari o superiore a 60 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle donne in gravidanza, agli operatori sanitari, alle persone con elevata fragilità. 

Eppure la copertura nazionale negli over 60, come riporta Fondazione Gimbe,  è appena del 4,9 per cento e in alcuni Regioni si ferma allo 0 per cento (Abruzzo), quella tra gli over 80, la fascia di età più a rischio di ricoveri e decessi, è del 7,4 per cento (0% in Abruzzo e 17% in Toscana).

Nel Regno Unito, tanto per fare un confronto, il 67 per cento della popolazione over 65 (un totale di 7.482.634) ha ricevuto una dose di richiamo del vaccino anti Covid nell’autunno di quest’anno. 

Covid nel mondo

Alcuni sistemi di monitoraggio globali hanno smesso di raccogliere i dati su Covid nel mondo, ma l’Organizzazione mondiale della sanità continua a fotografare una volta al mese (un tempo lo faceva una volta a settimana) l’andamento dei contagi basandosi sulle informazioni fornite dai singoli Paesi. Stando all’ultimo bollettino, pur non essendoci particolari segnali di allarme si capisce bene che Covid non è affatto sparito, anche perché c’è il fondato sospetto che i 500 mila casi e i 2.400 morti segnalati ufficialmente siano notevolmente sottostimati visto che il numero dei test eseguiti in quasi tutti i Paesi del mondo si è molto ridotto rispetto allo scorso inverno. Un dato da tenere a mente: al 19 novembre il bilancio complessivo della pandemia è di 772 milioni di casi e oltre 6 milioni di morti. 

I dati in Italia

I bollettini dell’Istituto superiore di sanità sull’andamento di Covid nel nostro Paese escono ogni settimana. L’ultimo risale al 2 dicembre e riporta i dati della sorveglianza nella settimana che va dal 20 al 26 novembre. In sintesi dice che l’incidenza di Covid, pari a 81 casi ogni 100 mila abitanti, è in aumento rispetto alla settimana precedente (71 casi per 100 mila abitanti) in tutte la fasce di età e che l’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero è al di sopra della soglia epidemica (1,09). Non c’è dubbio: l’epidemia è in crescita. 

Il trend emerge ancora più chiaramente nell’analisi della Fondazione Gimbe che mette insieme i dati della sorveglianza nazionale delle ultime tre settimane per fornire un quadro più ampio. Ebbene, nel periodo 2-29 novembre i contagi sono quasi raddoppiati, passando dai 26 mila (2-8 novembre) ai 48 mila (20-26 novembre), i posti letto occupati da pazienti Covid sono aumentati del 58,1 per cento passando da 3.632 a 5.741 e i ricoveri in in terapia intensiva sono passati da 99 a 170 (+71,7%). 

Anche i decessi sono raddoppiati nelle ultime quattro settimane:  erano 148 nella settimana tra il 26 ottobre e l'1 novembre, mentre sono arrivati a 291 nell’ultima settimana di novembre, per un totale di 881 decessi in un mese. Consultando le tabelle del bollettino dell’Istituto superiore dove sono riportati i dati per fasce di età, emerge chiaramente che i decessi riguardano esclusivamente le persone over 80. Infatti, la mortalità per Covid aumenta notevolmente con l’avanzare degli anni: il tasso di mortalità generale è di tre decessi per milione di abitanti, mentre tra gli 80 e gli 89 anni è di 23 per milione di abitanti e nella fascia over 90 è di 46 per milione di abitanti. 

Le varianti in circolazione

Dallo scorso marzo è in vigore la nuova nomenclatura dell’Oms in base alla quale le lettere greche vengono assegnate solo alle cosiddette variants of concern (Voc), o varianti di preoccupazione, mentre alle variants of interest, o varianti di interesse che sono a un livello di pericolosità inferiore, vengono attribuite le sigle brevi del sistema di classificazione Pango utilizzato per tracciare le mutazioni di Sars-Cov-2 dall’inizio della pandemia. 

Attualmente non ci sono in circolazione varianti nominate con le lettere greche; un fatto in parte rassicurante che indica che l’epidemia è in una fase stabile. Ma non è il caso di abbassare la guardia perché il virus continua a circolare in molte varianti, tutte imparentate tra loro e discendenti dalla capostipite Omicron; e continua a mettere a rischio la salute delle persone più fragili, anziani e malati. 

In Italia, secondo l’ultima indagine rapida dell’Istituto superiore di sanità, la variante prevalente (52,1%) è EG.5, anche chiamata Eris a cui si affianca la variante BA.2.86 (cosiddetta Pirola) che ha registrato un aumento nella prevalenza negli ultimi due mesi passando dall’1,3 al 10,8 per cento. 

«Il vaccino aggiornato come dimostrato negli studi è in grado di proteggere anche dalle varianti attualmente circolanti che fanno parte della stessa famiglia e allontana il rischio di malattia grave e di ricovero», spiega Siliquiti. 

La campagna vaccinale

I dati dell’impatto di Covid sulle strutture sanitarie non sono difficili da decifrare. In base al monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e all'analisi della Fondazione Gimbe il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 39 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 112 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 271 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 421 per milione di abitanti negli over 90. Le terapie intensive non sono affollate come accadeva nei tempi più critici della pandemia, ma il tasso di ricoveri è comunque aumentato del 71,7 per cento nell’ultimo mese passando da da 99 a 170. Quello che sta accadendo è chiaro: il virus non è più aggressivo come un tempo, ma nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute e richiedere l’ospedalizzazione. 

«La vaccinazione è importante - conclude Siliquini -perché protegge dalla malattia severa gli anziani e i fragili, ossia le persone che hanno altre patologie e che rischiano di vedere aggravate le loro condizioni nel caso di infezione. Il vaccino può allungargli la vita». 

La campagna 

Anche per questo nelle scorse settimane Pfizer ha promosso la campagna “Affrontiamo insieme la Nuova Normalità”. Lo scopo è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di non abbassare la guardia sul Covid e di normalizzare la convivenza con il virus. «Il Covid ha cambiato maschera…. ma è rimasto in scena. Grazie alla scienza con il virus ci conviviamo. Proteggiamo quello che abbiamo riconquistato, anche con la prevenzione», dice il protagonista dello spot tv Michele Placido. 

Lo spot diretto e interpretato da Michele Placido, curato da Pro Format Comunicazione e prodotto da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP Film, con la musica di Virginio, è stato trasmesso sulle reti Mediaset, Rai e La7 per tutto il mese di novembre ed è disponibile per la visione sul sito web Pfizer, dove è possibile reperire tutte le informazioni scientifiche, sanitarie e sociali relative alla convivenza con il virus.