Tumore della mammella in stadio iniziale: ribociclib riduce del 25% il rischio di recidiva in un’ampia popolazione di pazienti

Lo studio

Tumore della mammella in stadio iniziale: ribociclib riduce del 25% il rischio di recidiva in un’ampia popolazione di pazienti

di redazione

Il timore che il carcinoma ritorni, purtroppo, è fondato. Le donne con tumore della mammella HR+/HER2- in fase iniziale sono a rischio di recidiva per decenni, nonostante la terapia endocrina adiuvante. Una donna su otto trattata con la sola terapia endocrina rischia di di sviluppare malattia invasiva a 3 anni. Il rischio di recidiva però può essere ridotto. 

I nuovi risultati dello studio registrativo di Fase III NATALEE dimostrano infatti che l’aggiunta della terapia mirata con ribociclib allo standard di cura costituito dalla ormonoterapia riduce del 25 per cento il rischio di recidiva nel tumore della mammella in stadio precoce. Il dato, emerso da un follow-up mediano di 33,3 mesi dopo il completamento del trattamento con ribociclib da parte del 78 per cento delle pazienti, è stato presentato al congresso 2023 San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS).

«Si aprono nuove prospettive per le pazienti con tumore mammario in fase precoce ormonosensibile, perché viene dimostrata l’importanza del trattamento adiuvante aggiuntivo con ribociclib in un’ampia popolazione di pazienti, cioè con rischio di recidiva da moderato ad alto. Ricordiamo infatti che la malattia si ripresenta in un terzo dei casi inizialmente in stadio II e nella metà di quelli esorditi in stadio III. Ribociclib ha ridotto il rischio di recidiva del 30 per cento nei pazienti con tumore di stadio II e del 24 per cento in quelli di stadio III. Ci auguriamo che la disponibilità della terapia avvenga quanto prima, perché potremo offrire un’opportunità terapeutica efficace e ben tollerata a una grande platea di persone», spiega Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli. 

Più del 90 per cento dei pazienti con tumore della mammella presenta una diagnosi di malattia in fase iniziale. Nonostante la terapia adiuvante standard di cura, circa un terzo dei pazienti con diagnosi di stadio II HR+/HER2- e più della metà di quelli con stadio III HR+/HER2- va incontro a recidiva di malattia. Il rischio di recidiva continua per decenni con più della metà delle recidive dopo 5 o più anni dalla diagnosi. Per molti di questi pazienti non esistono attualmente opzioni terapeutiche mirate, oltre alla chemioterapia standard e alla terapia endocrina.

«Da medici, sappiamo che le pazienti con tumore della mammella in fase iniziale HR+/HER2- sono a rischio di recidiva per decenni, nonostante la terapia endocrina adiuvante. Inoltre, il rischio reale osservato nelle pazienti trattate con la sola terapia endocrina, comprese quelle con malattia con linfonodi negativi, evidenzia la necessità di opzioni terapeutiche efficaci e tollerabili che possano aiutare a mantenere le pazienti libere dal tumore nel breve e lungo termine.I risultati aggiornati di NATALEE rafforzano il potenziale di ribociclib di contribuire a rispondere a queste esigenze per una più ampia popolazione a rischio, senza ulteriori ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti, rispetto alla sola terapia endocrina», afferma Gabriel N. Hortobagyi, MD, FACP, professor of Breast Medical Oncology alla The University of Texas MD Anderson Cancer Center.