Tumori uroteliali: al via il primo registro nazionale

Lo strumento

Tumori uroteliali: al via il primo registro nazionale

di redazione

Un registro nazionale dei carcinomi uroteliali (vescica, ureteri e pelvi renali) metastatici, utile ai pazienti, ai medici ed al sistema sanitario. È il nuovo strumento di conoscenza della patologia lanciato oggi dalla FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups), la cui realizzazione è stata resa possibile con il supporto non condizionante di Gilead Sciences.

Il registro ha molteplici scopi: migliorare la conoscenza sulla patologia neoplastica uroteliale (di cui il carcinoma della vescica è il più frequente), comprendere quali trattamenti vengano utilizzati nella pratica clinica e se gli stessi siano aderenti alle linee guida, analizzare quale sia l’impatto prognostico delle terapie e quali i bisogni dei pazienti. Pertanto, il Registro nazionale sui tumori uroteliali metastatici avrà un elevato valore scientifico ed un grande impatto sulla sanità pubblica.

«Siamo orgogliosi di aver lanciato il primo Registro nazionale per i tumori uroteliali in stadio avanzato, un importante strumento che vuole favorire la corretta informazione su queste neoplasie e aumentare il livello di consapevolezza delle Istituzioni, degli operatori sanitari e di tutti i cittadini. Il Registro permetterà la condivisione e lo scambio dei dati, fondamentali nell’implementare la strategia di controllo di questa patologia neoplastica.  La scelta dei trattamenti e l’intero percorso di cura devono essere valutati da un team multidisciplinare. Grazie al lavoro di squadra di oncologi, urologi, chirurghi, radioterapisti, anatomo-patologi e biologi molecolari possiamo garantire la migliore assistenza», sottolinea Carmine Pinto, presidente FICOG -

Il tumore della vescica colpisce ogni anno in Italia circa 29.200 persone, soprattutto con più 50 anni. 

«È una forma di cancro complessa, pericolosa e, soprattutto, subdola. Presenta sintomi non specifici e, a differenza del tumore del seno o del colon-retto, non esistono programmi di screening per la popolazione che possano permettere una diagnosi precoce. La prevenzione, quindi, è fondamentale e passa dagli stili di vita sani. La chemioterapia è la strategia più impiegata nei pazienti con malattia in fase avanzata. Sono disponibili anche modalità di trattamento integrate con la radioterapia, in percorsi terapeutici multidisciplinari. E si stanno aprendo prospettive importanti grazie all’immunoterapia e agli anticorpi-farmaco coniugati», afferma Giuseppe Procopio, Direttore Programma Prostata ed Oncologia Medica Genitourinaria Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.