Il 97% degli italiani favorevole al modello delle Case della comunità
L’assistenza di prossimità è il modello proposto dalla riforma sanitaria. Tra le strutture che rientrano in questo paradigma ci sono le Case di Comunità, luoghi attraverso i quali la comunità può entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. Ma quali sono i bisogni prioritari e le aspettative dei cittadini in riferimento a tale riforma? A rivelarlo è la survey “La sanità che vorrei” realizzata nell’ambito dell’iniziativa Meridiano Sanità in collaborazione con Cittadinanzattiva. Hanno risposto al sondaggio 1.119 cittadini italiani: il 96,7 per cento dei rispondenti apprezza le Case della Comunità, soprattutto per la presenza, in un unico luogo, di più professionisti sanitari e per il coordinamento tra gli interventi sanitari e socio-sanitari (secondo il 65% e il 58% dei rispondenti). Se i più giovani apprezzano anche la disponibilità dei servizi 12 ore al giorno 7 giorni su 7, chi presenta delle multicronicità vede nella Casa di Comunità anche un luogo di semplificazione del percorso di cura. In aggiunta, in quanto primo punto di contatto tra la comunità e il sistema socio-sanitario, i cittadini valutano positivamente l’ampliamento delle attività in carico alle Case di Comunità nella direzione di maggiore attenzione alla promozione della salute, al supporto psicologico e al sostegno per la terza età e di garanzia della multidisciplinarietà della presa in carico e dell’integrazione con le altre strutture del servizio sanitario nazionale.
Tra i pochi che mostrano alcune perplessità emerge la paura che numero e/o collocazione delle Case della Comunità non garantiscano un’effettiva prossimità dei servizi al cittadino. Il medico di medicina generale si conferma figura chiave per il cittadino che gli riconosce una profonda conoscenza della sua storia clinica e un grande livello di fiducia.
«I risultati di questa indagine mostrano chiaramente come i cittadini avvertano con estrema urgenza la necessità di un sistema sanitario più accessibile, prossimo e vicino alle proprie esigenze, e riconoscano di conseguenza l’importanza di una riforma che va in questa direzione. La sfida del PNRR va vinta non solo
costruendo strutture, ma dotandole anche di personale in numero adeguato e con la giusta formazione ed integrazione delle competenze. Bisogna sicuramente accelerare, inoltre, sulla cosiddetta farmacia dei servizi e sulla digitalizzazione, soprattutto a favore delle comunità delle aree interne del nostro Paese», afferma Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche della salute di Cittadinanzattiva.
La survey “La sanità che vorrei” è stata lanciata in occasione del XVI Forum Meridiano Sanità del 16 novembre 2021, che è stato realizzato con il sostegno non condizionante di Amgen, bioMérieux, MSD, Pfizer, Sanofi e con il contributo di FOFI e Incyte Biosciences