L’allarme degli oculisti: con decreto tariffe rimborsi ritoccati al ribasso; difficile garantire trattamenti innovativi

Sanità

L’allarme degli oculisti: con decreto tariffe rimborsi ritoccati al ribasso; difficile garantire trattamenti innovativi

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Immagine: Capt Holly Hess, Public domain, via Wikimedia Commons
di redazione
Per un intervento di cataratta si è passato dai 2.500 euro di venti anni fa agli attuali 7-800 euro. Avitabile: «Congratulazioni al ministro per avere ottenuto un risultato sfuggito in passato, ma così si penalizzano i cittadini».

Per chi soffre malattie degli occhi potrebbe diventare più complicato accedere ad alcuni comuni interventi come quello per la cataratta. O quanto meno a ricevere la soluzioni migliori offerte dall’innovazione medica. Il decreto tariffe approvato nelle settimane scorse dalla Conferenza Stato-Regioni ha sì colmato una lacuna che permaneva da anni rendendo finalmente accessibili i livelli essenziali di assistenza, tuttavia le nuove tariffe, in alcuni casi, sono troppo basse rispetto all’effettivo costo di alcune procedure. È l’allarme che arriva dal secondo congresso nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso) che si riunirà dal 18 al 20 maggio a Roma. 

«Ci congratuliamo con il ministro della Salute per aver ottenuto in poco più di sei mesi dal suo insediamento, un risultato sempre sfuggito in passato. Tuttavia, le tariffe dei rimborsi previsti dal Servizio Sanitario Nazionale in campo oftalmologico, confermate al ribasso nel decreto, non consentono di mettere al passo con i tempi la cura e la prevenzione dei disturbi visivi, penalizzando i cittadini che non possono così beneficiare dei progressi tecnologici e farmacologici», dice il presidente Siso Teresio Avitabile, ordinario di Malattie dell’Apparato Visivo all’Università di Catania. 

Innovazione inaccessibile

Quello segnalato dagli oftalmologi è un paradosso che rischia di compromettere la qualità dell’assistenza: mentre da una parte la scienza mette a disposizione soluzioni sempre più avanzate dall’altra vengono tagliate le remunerazioni delle strutture sanitarie, rendendo di fatto inaccessibile questa innovazione.

«Lo sviluppo tecnologico e farmacologico ha determinato una vera e propria rivoluzione dell’oftalmologia, ma al progresso scientifico con le sue ricadute in termini di efficacia e sicurezza delle cure, non corrisponde un aumento delle tariffe di rimborso previste dal servizio sanitario nazionale. Anzi, abbiamo assistito ad un progressivo calo di risorse», puntualizza Romolo Appolloni, direttore dell’Uoc di Oftalmologia dell’Ospedale S. Eugenio-CTO di Roma e membro del consiglio direttivo Siso. «Basti pensare, ad esempio, che negli ultimi anni il valore dei rimborsi per l’intervento di cataratta è crollato dai 2.500 euro degli anni duemila, agli attuali circa 700/800 euro comprensivi di tutto, dai materiali alla sala operatoria». Questi tagli rendono per esempio impossibile l’impianto, durante l’intervento, dei cristallini avanzati che permettono in un solo colpo di correggere anche difetti della vista come miopia, astigmatismo e presbiopia. 

Non va meglio per altri comminati interventi come quelli per il calazio, la cui tariffa è sui 30 euro, quelli per la lassità dei tessuti palpebrali (70/80 euro) o le visita oculistica (25 euro). 

Per questo la Siso chiede al ministro di rivedere le tariffe, adeguandoli ai reali costi degli interventi e tenendo conto del diritto dei pazienti ad accedere alla migliore opzione disponibile. 

Bene depenalizzazione colpa medica

Per la società scientifica è prioritario inoltre intervenire su diversi aspetti del contenzioso medico-legale. «Apprezziamo e rilanciamo con forza la proposta del ministro della Salute di giungere dopo 6 anni alla depenalizzazione della colpa medica. Un provvedimento ormai non più procrastinabile per evitare che i medici continuino ad essere inondati di cause penali e civili e che per questo siano spinti verso la “medicina difensiva”, cioè l’eccesso di prescrizioni ed esami, spesso inutili, che ingolfa le strutture sanitarie e aumenta le liste d’attesa per il timore di incorrere in controversie legali», ha detto Avitabile. 

Secondo i dati dell'Anaao- Assomed, ogni anno in Italia vengono intentate 35.600 nuove azioni legali che, nella maggior parte dei casi si traducono in un nulla di fatto. L’impatto della medicina difensiva è inoltre stimato in circa 10 miliardi di euro l’anno. L’oftalmologia, dal canto suo, è tra le discipline con meno errori: secondo il Report MedMal di Marsh solo il 2,41% delle richieste di risarcimento riguarda l’oculistica.

«Non vogliamo l’impunità, vogliamo la giustizia. Se ci sono danni, i pazienti vanno risarciti, in misura giusta e con tempi equi», dice Avitabile che precisa che un presupposto per garantire un giudizio giusto è la corretta applicazione dell’art. 15 della legge Gelli, in particolare per quel che riguarda l'affidamento della consulenza tecnica. «Reclamiamo da tempo maggiore attenzione da parte dei magistrati nella scelta dei consulenti e dei periti, affinché il collegio preveda anche esperti di settore con conoscenza pratica dell’oggetto del giudizio», rimarca Avitabile. «Troppo spesso, infatti, si crea un intollerabile divario tra verità scientifica e verità processuale che rischia di danneggiare non soltanto il professionista, ma anche i pazienti stessi. Ben venga, dunque, un Tavolo di confronto con le istituzioni per un nuovo intervento normativo che faccia discendere dalla violazione dell’art.15 della Legge Gelli la nullità della consulenza», conclude il presidente Siso.