Cure essenziali, nel 2020 promossa solo una Regione su due

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Cure essenziali, nel 2020 promossa solo una Regione su due

di redazione

Nel 2020 solo 11 Regioni riescono a garantire i livelli essenziali di assistenza ai cittadini. Sono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Le altre 10 sono inadempienti: Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia con un punteggio insufficiente in una sola area; Basilicata, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Valle D’Aosta con un punteggio insufficiente in due aree; la Calabria insufficiente in tutte le tre aree.

È quanto ha rilevato il “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia” realizzato dal ministero della Salute.

La Fondazione GIMBE «ha effettuato alcune analisi sia per confrontare la resilienza dei servizi sanitari regionali nell’anno dello scoppio della pandemia, sia per valutare le differenze tra le Regioni del Nord, colpite con violenza dalla prima ondata, e quelle del Sud, di fatto risparmiate da tale impatto grazie al prolungato lockdown della primavera 2020», ha spiegato il presidente della Fondazione GIMBE Nino Cartabellota.

«Nonostante il maggior impatto della prima ondata pandemica nel Nord del Paese anche la nuova “pagella” conferma sia il gap Nord-Sud, visto che solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti, sia le condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria», ha aggiunto Cartabellotta. 

L’analisi GIMBE ha inoltre analizzato le differenze tra gli adempimenti 2020 e quelli 2019, al fine di valutare l’impatto della pandemia sui punteggi totali delle Regioni. Rispetto al 2019, nel 2020 i punteggi totali sono peggiorati in tutte le Regioni – fatta eccezione per la Provincia Autonoma di Trento e la Valle d’Aosta – dimostrando che la pandemia ha rappresentato un forte “stress test” per la sanità italiana. Tuttavia, tra le Regioni che hanno sperimentato una prima ondata molto violenta, il gap 2019-2020 è molto contenuto (<10 punti) per la Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia-Romagna; intermedio (10-25 punti) per Veneto e Piemonte; elevato per Lombardia e Liguria (>35 punti). Tuttavia, 7 delle 11 Regioni con gap superiore a 20 punti si trovano al Sud, nonostante quest’area del Paese sia stata di fatto risparmiato dalla prima ondat. «Questi dati confermano che la resilienza alla pandemia dei servizi sanitari regionali e la capacità di erogare le prestazioni essenziali nel 2020 sono state condizionate (in positivo) più dalle performance 2019 che (in negativo) dall’impatto della prima ondata», conclude Cartabellotta.