Demenze: il 53% degli italiani teme possa colpire un parente o un amico
Sono più di 4,2 milioni gli uomini e le donne che nel nostro Paese soffrono di problemi di declino cognitivo, 600 mila dei quali sono colpiti dalla malattia di Alzheimer. Non per nulla,dunque, il 53% degli italiani dichiara di avere molta paura che una forma di demenza possa colpire un parente o un amico. E otto su dieci affermano di essere disposti ad effettuare esami di prevenzione. Il 65% sostiene che, in caso di bisogno, vorrebbe anche un aiuto esterno per assistere il proprio caro. Più del 57%, però, non sa che esistono trattamenti innovativi contro la patologia oltre l’utilizzo di farmaci.
Sono alcuni aspetti emersi da una survey condotta da Senior Italia FederAnziani che, insieme alle Associazioni sportive sociali italiane (Asi) e Vitattiva, patrocina il nuovo progetto e-MemoryCare, presentato martedì 3 ottobre a Roma alla presenza del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato.
Si tratta di una metodica che ricorre all’uso delle nuove tecnologie informatiche e web per contrastare le demenze: attraverso una piattaforma digitale e quattro diverse applicazioni sono creati degli appositi esercizi per “allenare” il cervello delle persone a rischio. Sono interventi che agiscono su diverse sfere (mnemonica, conoscitiva, sociale, comportamentale e relazionale) con l’obiettivo di rallentare il declino cognitivo che è alla base delle varie forme di demenza. Il progetto parte a Milano nelle strutture sanitarie del Centro medico Santagostino. Contemporaneamente prende via anche a Roma e provincia nei 23 Centri diagnostici del gruppo Artemisia Lab. In totale saranno coinvolti 10 mila pazienti, divisi equamente nelle due principali città italiane, che potranno così accedere gratuitamente al nuovo trattamento. Presto la metodica sarà estesa ad altre città della Penisola mentre è già attivo il portale ememorycare.it.
Il progetto si avvale di un Advisory Board scientifico che riunisce psicologi, psichiatri, neurologi, nutrizionisti, fisiatri, cardiologi, neuropsicologi ed economisti.
Come ricorda Alessandro Padovani, presidente eletto della Società italiana di neurologia, la demenza è una malattia neurodegenerativa che può insorgere già tra i 40 e i 60 anni, ma senza dubbio interessa maggiormente la terza età: «Compromette in modo più o meno grave l’attenzione, la memoria, il linguaggio, il pensiero, la percezione, le capacità esecutive, la velocità di elaborazione, il ragionamento e l’apprendimento. Il declino cognitivo è una condizione sempre più diffusa, dal momento che cresce costantemente l’età media della popolazione».
e-MemoryCare prevede una user experience su misura per ogni utente. «Abbiamo progettato diverse tipologie d’esercizi che vanno a stimolare la sfera conoscitiva, affettiva, sociale, comportamentale e relazionale del paziente» spiega Marianna Messina, Project manager Senior Italia Team Leader e-MemoryCare e ideatrice della metodica che, sostiene Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsico-farmacologia e copresidente della Società italiana di psichiatria geriatrica, è innovativa e «può fornire ottimi risultati».
In Italia, ricorda Vincenzo Paglia, presidente dell’Accademia pontifica per la vita, vi sono più di 13 milioni dii over 65: non più giovanissimi, quindi, «che presentano però ancora una buona prospettiva di vita, ma anche diverse fragilità. C’è perciò bisogno di un maggiore impegno da parte di tutti per tutelare gli anziani e la loro salute». «Siamo molto contenti dell’introduzione di questa metodica innovativa contro il declino cognitivo» sostengono insieme Roberto Messina, presidente di Senior FederAnziani, Fabio Salerno, direttore generale Associazioni sportive sociali italiane, e Alfonso Rossi, presidente di Vitattiva. «Riteniamo – concludono - che e-MemoryCare potrà essere di reale aiuto per i pazienti e le famiglie ».