Diritto all’oblio oncologico, #iononsonoilmiotumore: superate le 100mila firme
La cartella clinica dice che la malattia non c’è più, il cancro è scomparso, il paziente è guarito. Ma per la burocrazia il tumore è ancora presente e attivo, in grado di mettere ostacoli, di negare diritti, di rallentare le procedure. Non succede in Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo dove la legge consente il diritto all’oblio dei pazienti oncologici. Per fare in modo che anche in Italia si superino definitivamente le discriminazioni a cui vanno incontro le persone guarite dal cancro (difficoltà di accadere a prestiti bancari, a stipulare assicurazioni ecc..) è stata lanciata la campagna #iononsonoilmiotumore con un portale dedicato (dirittoallobliotumori.org) e la raccolta firme.
Già sono più di 100mila le persone che hanno sostenuto l’iniziativa per il diritto all’oblio oncologico, lanciata da Fondazione AIOM a gennaio. La petizione sarà consegnata al prossimo presidente del Consiglio e al presidente Mattarella per richiedere una legge in grado di tutelare gli ex pazienti oncologici. Oggi, infatti, sono oltre un milione le persone guarite da un tumore in Italia: per molti di loro, però, la guarigione figura solo in cartella clinica, mentre a livello burocratico continuano a venire considerati malati, con discriminazioni nell’accesso a servizi come la stipula di assicurazioni e di mutui, difficoltà nei processi di adozione e di assunzione sul lavoro.
«I grandi progressi della ricerca ci permettono di regalare ai pazienti anche molti anni di vita, di cui meritano di poter godere liberamente. Non possiamo più permettere che a causa di limiti burocratici la qualità di questo tempo venga ridotta. Chiediamo che, dopo 10 anni dal termine delle cure per i tumori dell’adulto e dopo 5 per quelli dell’età pediatrica, ci si possa ritenere guariti non solo a livello clinico ma anche per la società. È una battaglia importante che siamo orgogliosi di supportare. Ora che le 100mila firme sono state raccolte, non ci resta che chiedere che la legge venga emanata», – sottolinea Saverio Cinieri, presidente AIOM.