Dolore cronico: ne soffre una persona su cinque in Italia. Per una diagnosi servono anche cinque anni
Un Manifesto con le proposte per una migliore gestione dei pazienti con dolore cronico è stato presentato martedì 21 settembre in occasione del tavolo tecnico regionale del Lazio organizzato da Fondazione Onda, con lo scopo di promuovere azioni efficaci per migliorare i percorsi di assistenza e cura.
Il dolore cronico è stato riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno tra i maggiori problemi globali di salute pubblica, in quanto interessa tutte le fasce di età, con una maggiore prevalenza nelle donne. In Italia colpisce una persona su cinque (il 21,7% della popolazione) e una persona su quattro ne soffre in media per sette anni. La malattia ha conseguenze invalidanti dal punto di vista fisico, psichico e socio relazionale. Il 90 per cento dei casi è trattabile e curabile, eppure ancora oggi ben il 40 per cento delle persone con dolore cronico non è a conoscenza delle cure disponibili. Trascorrono, inoltre, circa due anni tra l’esordio e la prima visita medica e i tempi per ricevere una diagnosi corretta sono superiori ai cinque anni.
Il Manifesto sul dolore, realizzato con il contributo incondizionato di Sandoz, è promosso da Aisd (Associazione italiana per lo studio del dolore), Cittadinanzattiva, Federdolore (Società italiana dei clinici del dolore), Fondazione Isal, Fondazione Onda, Siaarti (Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva) e Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie).
«Manca a tutt’oggi una cultura condivisa sul dolore cronico – sostiene Francesca Merzagora, presidente della Fondazione Onda - e questo rappresenta il principale ostacolo nell’accesso tempestivo ai percorsi di diagnosi e cura».
Nonostante siano passati più di dieci anni dall’approvazione della Legge 38 che ha riconosciuto il dolore cronico come una patologia che necessita di una specifica rete di assistenza e cura a cui i cittadini hanno diritto di accedere, l’assistenza per le persone con dolore cronico è approssimativa e insoddisfacente: il 21 per cento delle persone che ne soffre non sa a chi rivolgersi e il 33 per cento, prima di giungere a un centro specializzato si sottopone a terapie inadeguate consultando inutilmente dai tre ai sette specialisti, con perdita di tempo e risorse. In media i costi sociali ed economici pro-capite superano i 4 mila euro annui, che pesano sul Servizio sanitario nazionale con circa 1.400 euro l’anno e più di 3 mila euro direttamente sulle persone, legati in particolare alla perdita di produttività e di ore lavorative.
Il Manifesto intende promuovere azioni efficaci per migliorare la raccolta dei dati relativi al paziente con dolore cronico, rafforzare il network tra i clinici definendo a livello nazionale percorsi di cura, assicurare un programma di formazione continua e aggiornata del personale medico e promuovere una “cultura” del dolore cronico attraverso una corretta informazione sulla malattia e sulle effettive possibilità di curarla.