Ebola: Medici senza frontiere apre due centri di trattamento in Uganda
In Uganda i team di Medici senza frontiere, in collaborazione con le autorità sanitarie locali, hanno allestito un’Unità di trattamento Ebola da 36 posti letto presso l’ospedale di Mubende, che già dai prossimi giorni potrebbe ampliarsi fino a poter ricoverare circa 80 casi confermati o sospetti. A Madudu, epicentro dell’epidemia, Msf sta creando un altro centro di trattamento che sarà gestito dalle autorità sanitarie locali.
Dallo scoppio dell’epidemia, dichiarata lo scorso 20 settembre, si contano 43 casi (24 confermati e 19 probabili) e 23 decessi (5 confermati).
«È ancora troppo presto per sapere se questa epidemia sarà più o meno letale delle precedenti» commenta Augustin Westphal, coordinatore dei progetti di Msf in Uganda. «Sappiamo però che la risposta sarà molto sfidante – prosegue - e dovrà essere ben programmata, anche perché a scatenarla c’è il ceppo, piuttosto raro, originario del Sudan, che a differenza della specie di ebolavirus dello Zaire, non ha ancora un vaccino o un trattamento efficace dimostrato».
Il ministero della salute ugandese ha chiesto a Msf di valutare la possibilità di allestire un ulteriore centro dedicato al personale sanitario e di contribuire alla risposta all’epidemia con staff specializzato in febbre emorragica. MSF ha già dato la sua disponibilità a offrire il suo supporto per diverse attività.
Dalle precedenti epidemie di Ebola «sappiamo quanto sia fondamentale per contenere i contagi un approccio decentralizzato e comunitario» aggiunge Westphale e quanto servano gli aiuti per le persone contagiate e i loro familiari per permettere loro di accedere tempestivamente alle cure. Ma, conclude, «senza mai scordare la lotta alle altre malattie».