Gli italiani e i farmaci: 34 miliardi di spesa nel 2022, 1 su 3 a carico dei cittadini

Rapporto Osmed

Gli italiani e i farmaci: 34 miliardi di spesa nel 2022, 1 su 3 a carico dei cittadini

Nel 2022 più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, con un aumento della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età

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Immagine: © HealthDesk
di redazione

Settantotto milioni di dosi. È questa la quantità di farmaci che ogni giorno, negli ospedali e nelle case, nelle residenze per anziani e in ogni dove, vengono assunti dagli italiani. 1.325 dosi per ogni cittadino al giorno per restare più possibile in salute. E che ci sono costati, nel 2022 34,1 miliardi di euro; 23,5 miliardi, pari al 68,9%, a carico del pubblico e il rimanente a carico dei cittadini. 

Sono alcuni dei dati del rapporto “L'uso dei farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali dell’Agenzia Italiana del Farmaco, che traccia una mappa dell’utilizzo dei farmaci da parte degli italiani. 

In termini economici,  la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) nel 2022 è stata pari a 34,1 miliardi di euro, in aumento del 6% rispetto al 2021. La spesa pubblica, con un valore di 23,5 miliardi, ha rappresentato il 68,9% della spesa farmaceutica complessiva e il 17,9% della spesa sanitaria pubblica, ed è in aumento rispetto al 2021 (+5,5%).

La gran parte dei consumi (l’86%) passa per la farmacia (la cosiddetta spesa convenzionata, ma per quel che concerne la spesa, circa 15 miliardi di euro  (253,6 euro pro capite) sono assorbiti dai i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, in crescita dell’8,6% rispetto all’anno precedente. 

I farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (50,29 euro pro capite) e consumo (487,4 dosi al giorno per 1000 abitanti) nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (113,04 euro pro capite) e consumo (53 dosi al giorno) tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche.

Secondo il rapporto, nel 2022 più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, con un aumento della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età. In particolare la popolazione con più di 64 anni ha assorbito oltre il 60% della spesa e delle dosi. 

Nel 2022 la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino ha raggiunto 6,5 miliardi di euro circa, con un incremento del 6,9% rispetto al 2021; di questi, il 54% (3,5 miliardi), è relativo a farmaci con ricetta e il 46% (2,99 miliardi) a farmaci di automedicazione (SOP e OTC), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali. Le benzodiazepine, i contraccettivi e farmaci per la disfunzione erettile sono le categorie a maggiore spesa.

Il rapporto fotografa ampie differenze regionali sia in termini di spesa, sia di consumi. La Regione con il valore più elevato di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A è stata la Campania con 197,9 euro pro capite, mentre il valore più basso si registra nella provincia autonoma di Bolzano (115,3 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 71,6%. Differenze simili si riscontrano per quanto riguarda i consumi.

Nel 2022 i farmaci a brevetto scaduto hanno costituito il 71,6% della spesa e l’86,2% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, ad esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 21,9% della spesa e il 30,3% dei consumi.

Per i biosimilari si confermano un aumento nel consumo delle specialità medicinali disponibili da più tempo e un trend positivo per i farmaci di più recente commercializzazione, sebbene sia rimasta una certa variabilità regionale per consumo e incidenza di spesa.

Nel confronto internazionale si evidenzia ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei; l’Italia è però al primo posto nell’incidenza della spesa e del consumo di farmaci biosimilari.