Manovra 2024. Cosmed: il taglio delle pensioni è una patrimoniale riservata ai dipendenti pubblici

Sindacati

Manovra 2024. Cosmed: il taglio delle pensioni è una patrimoniale riservata ai dipendenti pubblici

di redazione

Il taglio alle pensioni dei dipendenti pubblici «è una questione di credibilità e di reputazione del sistema: non si fanno leggi retroattive, non si manomettono i rendimenti concordati e pagati con contratti e riscatti. Pesanti penalizzazioni che in molti casi, considerando l’aspettativa di vita, azzerano l’intera liquidazione. È una vera e propria patrimoniale riservata al lavoro pubblico»

A sostenerlo è Giorgio Cavallero, segretario generale della Cosmed, la principale Confederazione sindacale della dirigenza del pubblico impiego.

«I rendimenti – dice Cavallero - non sono un regalo. I dipendenti pubblici hanno rinunciato per anni al 37% della retribuzione per alimentare il trattamento previdenziale e in molti casi hanno pagato i riscatti per periodi di studio con ingenti contribuzioni calcolate su quel rendimento e con una riserva matematica calcolata su quell’aliquota. Nemmeno la “legge Fornero” si era spinta a tanto, consapevole della verosimile incostituzionalità di un intervento retroattivo sui rendimenti. È un precedente gravissimo che crea sfiducia e incertezza per tutti i cittadini sul destino dei risparmi accantonati».

Cavallero ammonisce il Governo perché «non si illuda di fare cassa» con una misura i cui esiti sono: esodo dal lavoro non appena vengono raggiunti i requisiti minimi (in particolare si svuotano gli ospedali già carenti di medici e sanitari), inevitabile sospensione dei flussi finanziari dovuti ai riscatti, apertura di un contenzioso infinito.

«A questo si aggiunge il perdurante sequestro della liquidazione – prosegue il segretario della Cosmed - nonostante i richiami della Corte Costituzionale, argomento accantonato dalla legge di bilancio, e il mancato recupero del tasso di inflazione sulle pensioni che ripropone una legislazione di emergenza che è diventata una situazione evidentemente permanente».

«Quanto ai presunti privilegi dei dipendenti pubblici ricordiamo – sottolinea infine Cavallero - che sono lavoratori che da sempre pagano l’aliquota massima, senza evasione fiscale e senza accesso a prepensionamenti. Ricordiamo anche che mentre i dipendenti pagano il 33% della loro retribuzione, altre categorie contribuiscono in misura assai inferiore».