Nel mondo 733 milioni di persone soffrono la fame. Ogni anno ne muoiono 2,5 milioni di bambini

Rapporto ONU

Nel mondo 733 milioni di persone soffrono la fame. Ogni anno ne muoiono 2,5 milioni di bambini

di redazione

Nel mondo, una persona ogni undici soffre la fame. È quanto mostra il Rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo (SOFI), pubblicato mercoledì 24 luglio da quattro agenzie delle Nazioni unite (ONU): l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il Programma alimentare mondiale (PAM), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) e il Fondo delle Nazioni unite per l'infanzia (UNICEF).

La fame sta aumentando in modo allarmante in Africa, dove coinvolge una persona su cinque e la prevalenza di insicurezza alimentare moderata o grave nel Continente è quasi doppia rispetto alla media globale. Le regioni caraibiche e dell’America Latina hanno registrato progressi, mentre in Asia la fame è rimasta relativamente invariata.

Le persone che nel 2023 hanno sofferto la fame sono state globalmente 733 milioni (media tra i 713 e i 757 milioni di persone stimate dal SOFI). Da un lato, quindi, i dati relativamente stabili degli ultimi tre anni mostrano che si è esaurita la crescita legata alla pandemia di Covid e all’inasprirsi dei conflitti e del cambiamento climatico; dall’altro non è ancora ripreso il trend decrescente vissuto tra il 1990 e il 2015, evidenziando il ritardo della comunità internazionale rispetto all’obiettivo “Fame Zero entro il 2030”.

La sicurezza alimentare e la nutrizione rappresentano meno di un quarto dei finanziamenti totali per l’aiuto pubblico allo sviluppo; si stima in diversi miliardi di dollari il deficit finanziario rispetto ai finanziamenti necessari. Le politiche per trasformare il sistema agroalimentare e affrontare le forze trainanti della fame sono state identificate, ma le grandi carenze di fondi ne impediscono l'attuazione su larga scala. E sono proprio i Paesi che sperimentano il più alto livello di insicurezza alimentare quelli che hanno il minor accesso ai finanziamenti.

«Conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze croniche sono i principali fattori alla base dell'insicurezza alimentare» spiega Simone Garroni, direttore esecutivo dell'organizzazione umanitaria internazionale Azione contro la Fame. «La buona notizia - prosegue - è che la comunità internazionale ha gli strumenti e le conoscenze per prevenire la fame per tutti, per sempre. Tuttavia, se non colmiamo il crescente divario tra i bisogni delle comunità e i finanziamenti disponibili, questa crisi evitabile continuerà».

Il tema del rapporto SOFI è in linea con le questioni affrontate nel rapporto “Hunger Funding Gap 2024” di Azione contro la Fame, che ha evidenziato come il gap nei finanziamenti per i Paesi con i bisogni più urgenti sia aumentato del 23% dal 2022 al 2023. E nonostante il mondo produca cibo a sufficienza per tutti, ogni anno muoiono quasi 2,5 milioni di bambini malnutriti.

«I finanziamenti per i programmi di assistenza alla fame non dovrebbero essere considerati un costo – sostiene Garroni - ma un investimento per la sicurezza a lungo termine della nostra comunità globale. Il rapporto SOFI chiarisce che il nostro attuale sistema alimentare è insostenibile. Abbiamo bisogno di un afflusso rapido e sostenuto di fondi per programmi multidimensionali che affrontino il nesso tra fame, clima, conflitti e genere. Le persone più vulnerabili – conclude - contano su di noi».