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DidascaliaImmagine: Mos.ru, CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons
Il servizio sanitario nazionale si è lasciato alle spalle la pandemia. La qualità dell’offerta di servizi per la salute dei cittadini migliora, soprattutto in ospedale ma anche sul territorio. Tuttavia c’è un ambito in cui non si fanno passi avanti e, anzi, addirittura se ne fa qualcuno indietro: quello della prevenzione. Vaccini, screening e stili di vita sono al palo. Sono alcune delle tendenze che emergono dall’ultimo rapporto del ministero della Salute sul Nuovo Sistema di Garanzia, lo strumento che ha sostituito e ampliato la ‘griglia LEA’ per valutare la capacità delle Regioni di erogare i livelli essenziali di assistenza sanitaria.
«Il Nuovo Sistema di Garanzia rappresenta uno strumento per verificare la capacità delle Regioni di garantire il diritto alla tutela della salute dei cittadini e per indirizzare la programmazione sanitaria a tutti i livelli di governo, per aumentare la qualità, l’efficienza e l’efficacia del servizio sanitario nazionale», ha affermato in un messaggio il ministro della Salute Orazio Schillaci.
Come sempre avviene nei documenti che valutano la sanità, ogni Regione fa un po’ caso a sé. Questa volta, invece, si nota una tendenza su scala nazionale. Quasi ovunque nel 2022 migliora l’assistenza ospedaliera: tutte le Regioni, salvo la Valle d’Aosta, raggiungono infatti un punteggio sufficiente di almeno 60 (su una scala da 0 a 100). Il valore massimo (98,35) è raggiunto dalla P.A. di Trento, seguito da Emilia-Romagna (93,50) e Toscana (92,32).
Il miglioramento non è altrettanto marcato nel caso dell’assistenza territoriale. Hanno un punteggio sotto la soglia Valle d’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. Si notano però progressi in diversi ambiti. Per esempio, aumentano i pazienti che ricevono cure palliative, migliorano i tempi di soccorso del sistema 118 che su scala nazionale si attestano a 19 minuti, calano i ricoveri prevenibili, sintomo di una buona presa in carico sul territorio.
La lacuna più grande resta la prevenzione. In questo ambito non raggiungono la sufficienza Valle d’Aosta, P.A. Bolzano, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna. Le coperture vaccinali sono sostanzialmente stabili e solo 5 Regioni (Lombardia, P.A. Trento, Veneto, Emilia Romagna, Campania) hanno un punteggio pieno. Va peggio sugli screening oncologici: solo 3 Regioni (P.A. Trento, Veneto, Emilia Romagna) raggiungono il 100, con 7 Regioni, tutte al Centro-Sud, sotto la soglia della sufficienza.
Per una volta, però, i dati non sono sono il risultato della politica e degli amministratori della sanità: in tutti questi casi determinanti sono gli stessi cittadini e la loro attenzione alla salute.
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