Sipps: un infermiere di comunità per la pediatria

La proposta

Sipps: un infermiere di comunità per la pediatria

di redazione

Due infermieri di comunità ogni 100 mila abitanti, interamente dedicati alla pediatria:è la proposta della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), che intende «raggiungere e intercettare l'intero universo della diade mamma-bambino attraverso il monitoraggio dei nuovi nati fin dalla loro iscrizione all’anagrafe comunale». A illustrarla è Leo Venturelli, pediatra e responsabile Sipps per l’Educazione alla salute e per la comunicazione, e Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza per il comune di Bergamo.

La Società scientifica, in una fase nella quale la pandemia sta inasprendo le fragilità familiari, propone di ripartire dai «mille giorni in cui si sviluppa l’organismo di un bambino, perché è in quella fase- spiega Venturelli- che il suo cervello è ancora plasmabile e ciò che può rappresentare un danno può risolversi più facilmente in un beneficio, se si opera un intervento nel momento e nelle modalità più adatte».

Quello tratteggiato dalla Sipps è una sorta di «case manager tanto con competenze sanitarie quanto sociali» che, seguendo il modello sanitario britannico dell’home visiting, dovrebbe avere cinque capacità fondamentali: “«L'ascolto, l’osservazione, il porre domande al genitore, l’informare sui servizi disponibili sul territorio e, infine, il consigliare buone prassi perseguibili in termini di genitorialità efficace e responsabile».

Venturelli ricorda come nel Decreto Rilancio del maggio 2020 già si prevedesse la presenza di otto infermieri di comunità ogni 50 mila persone. «Il che significa- osserva - che in un Comune di 100 mila abitanti potrei avere fino a 16 infermieri di comunità». Una parte di questi potrebbe essere destinato alle problematiche del bambino «con un forte legame alla pediatria di famiglia». Il momento «è opportuno – sostiene infine il presidente Sipps - e potrebbe essere propizio soprattutto in vista del Recovery Fund che può aprire la strada a fondi e interventi di sostegno alle famiglie, che vanno programmati e precisati proprio in questa fase».