Tumori in aumento, ma la scienza fa grandi progressi
Se da un lato il tumore ha accelerato la sua corsa arrivando a contare quasi 4 milioni di persone, circa il doppio rispetto a 25 anni fa, dall’altro lato l’innovazione scientifica ha fatto importanti passi avanti.
Intorno a questi temi si è sviluppata la quarta tappa di “ONCOnnection - Stati generali dell’Oncologia - Centro: Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo” (a Roma l’1 e il 2 dicembre), interamente dedicati alle novità che ruotano attorno all’oncologia in queste Regioni e che fanno parte del percorso “ONCOnnection” realizzato negli ultimi due anni su iniziativa di Motore Sanità.
«Abbiamo a che fare con una popolazione oncologica che è diversa da quella di trenta anni fa - sottolinea Gianni Amunni, coordinatore della Rete oncologica toscana perché la maggior parte sono anziani e con comorbidità. Più del 35% di questi pazienti – precisa - sono in terapia orale. Un dato buono, se pensiamo al risvolto positivo in termini di qualità di vita. Ma i successi in oncologia non finiscono qui». Tuttavia, aggiunge Amunni, «oggi il 40% dei tumori sarebbero evitabili con corretti comportamenti individuali e collettivi. Se riuscissimo a ridurre anche solo del 10% questo dato sarebbe già un successo in termini di vita. Nell’ambito della prevenzione secondaria gli screening riducono l’incidenza di mortalità del 10-15%».
«Le terapie a bersaglio molecolare hanno cambiato radicalmente il paradigma diagnostico terapeutico di molte neoplasie – interviene Gabriella Fontanini, direttrice della Scuola di specializzazione di Anatomia patologica all'Università di Pisa - e più di recente l’avvento dell’immunoterapia ha reso necessaria l’identificazione di alterazioni molecolari che accomunano trasversalmente più tipi di tumore rendendo più complesse le analisi molecolari all’interno dei laboratori di Anatomia patologica». Tuttavia, prosegue Fontanini, la sostenibilità economica di test molecolari «ha reso necessaria la costituzione di organismi di governance clinica che, includendo tutte le professionalità coinvolte nella gestione di un paziente oncologico, siano in grado di valutare la possibilità di trattamenti personalizzati per quel specifico paziente. Questo è il ruolo del Molecular tumor board che varie Regioni italiane hanno istituito e che per alcune è già funzionante essendo sostenuto da una rete oncologica regionale che facilita l’accesso dei casi clinici da valutare».