Gli acquisti in farmacia per scoprire precocemente il cancro all’ovaio

La strategia

Gli acquisti in farmacia per scoprire precocemente il cancro all’ovaio

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Immagine: I, Sailko, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
I sintomi iniziali del cancro all’ovaio somigliano a quelli di un banale problema digestivo. Le donne, invece di rivolgersi al medico, vanno in farmacia e acquistano antidolorifici e antiacidi. Monitorando gli acquisti si potrebbero individuare i casi a rischio

Il loro scopo è dichiarato: le carte fedeltà, come dice il nome stesso, servono per fidelizzare il cliente. Si sa come funzionano: ad ogni acquisto si guadagnano punti che vengono poi trasformati in sconti o in prodotti omaggio. Convengono a entrambi, venditore e acquirente. Ma le loyalty card delle farmacie potrebbero avere una funzione in più: raccogliendo informazioni sui farmaci da banco consumati dai clienti, potrebbero aiutare a individuare precocemente i casi di cancro alle ovaie. L’ipotesi è stata suggerita da uno studio inglese finanziato dal Cancer Research UK e pubblicato sul JMIR Public Health and Surveillance che per la prima volta ha visto nelle carte fedeltà delle farmacie un’opportunità per la diagnosi precoce del carcinoma ovarico. Perché queste carte-punti registrano, in particolare, gli acquisti dei farmaci da banco, una tipologia di medicinali che, non richiedendo una ricetta medica, sfugge al monitoraggio sanitario. 

I prodotti “over the counter” che possono venire considerati campanelli di allarme sono soprattutto gli antidolorifici e gli antiacido. Nella fase iniziale, infatti, il carcinoma ovarico si manifesta con sintomi vaghi, dolori addominali e mal di stomaco, che possono essere facilmente scambiati per problemi digestivi. Solitamente i disturbi vengono gestiti ricorrendo a rimedi di auto-medicazione. Così ha fatto Fiona Murphy, una donna con tumore all’ovaio rimasta senza diagnosi per due anni che con la sua testimonianza è stata di ispirazione per lo studio. 

«Ho assunto il Gaviscon per 18 mesi prima della diagnosi di cancro all’ovaio, me lo portavo ovunque per calmare il mio forte reflusso gastrico. Se tutto ciò fosse stato associato al tumore all’ovaio avrei avuto una diagnosi più tempestiva, meno interventi chirurgici e maggiori possibilità di preservare la fertilità. Ho voluto rendermi utile in questo studio perché ho avuto una diagnosi errata per circa due anni. Se esiste un modo per anticipare la diagnosi, voglio aiutare le persone che si trovano nella stessa condizione in cui mi sono trovata io a trovarlo», racconta Murphy.  

Lo studio, chiamato Cancer Loyalty Card Study, ha analizzato le tessere punti di circa 300 donne per sei anni, 153 con cancro all’ovaio e 120 senza, notando che negli otto mesi precedenti alla diagnosi, le donne con il tumore acquistavano un numero significativamente maggiore di medicinali analgesici e digestivi, rispetto alle donne senza tumore. 

I dati delle carte fedeltà delle farmacie potrebbero quindi aiutare a individuare i casi a rischio e permettere una diagnosi precoce della malattia che è di fondamentale importanza per il successo della terapia.  I tassi di sopravvivenza a 5 anni, infatti, sono del 93 per cento se il tumore viene diagnosticato allo stadio 1 e scendono al 13 per cento quando la diagnosi arriva allo stadio 4. 

«Il Cancer Loyalty Card Study dimostra che i nostri comportamenti di salute possono essere misurati oltre che con le cartelle cliniche utilizzando dati transazionali. Questi dati sono di fondamentale importanza per gli studi comportamentali fornendo informazioni sui cambiamenti dello stile di vita, i comportamenti alimentari e permettono di esplorare altri set di dati (ad esempio attraverso i biosensori) che possono fornire maggiori informazioni sulla auto-medicazione e sulle condizioni di salute dei singoli individui», ha affermato Yasemin Hirst, della Medical School della Lancaster University, ta gli autori dello studio.