Allergie pediatriche e asma: ne soffre il 10% dei bambini
Sembra ovvio, ma non lo è: l’esperto da consultare in caso di allergia è l’allergologo. Non l’amico, il genitore, il conoscente. Neanche il medico generico. Sono costretti a ribadirlo i membri della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica per contrastare la disinformazione sull’asma e le allergie nel nostro Paese. L’occasione per farlo è la conferenza presso la Camera dei Deputati dell’Intergruppo Parlamentare sulle Allergie Respiratorie.
L’allergia è una malattia sistemica, non riguarda solo il naso né solo i bronchi, questo concetto vale per tutte le età. Ma ad oggi manca un interlocutore valido e le persone, soprattutto quando si tratta di genitori di piccoli pazienti, si rivolgono a chiunque, in cerca di un test o di una cura miracolosa.
«Proprio per questo compaiono “predatori” che ne approfittano. Di fronte al vuoto assoluto si cade talvolta in mano a imbroglioni. Ma i numeri non consentono più questo fenomeno: mille morti per asma al giorno in tutto il mondo, di cui l’80 per cento sono allergici. Questi dati mettono in luce l’importanza di rivolgersi al medico competente, l’allergologo, ancora oggi figura non adeguatamente valorizzata in questo ambito. Il problema non è tanto indagare sulle aziende che producono test inutili impedendo loro di venderli, quanto porre rimedio alla cattiva informazione», mette in guardia il Michele Miraglia Del Giudice, presidente SIAIP. A chi si rivolgono coloro che hanno questo problema in famiglia? A conoscenti, genitori, amici, medici generici.
«Questo è inaccettabie, è gravissimo perché la cattiva gestione di un bambino allergico non solo ha una ricaduta enorme in termini di perdita di giorni di scuola, costi sociali ed economici rilevanti, ma rappresenta anche un vero disastro per il domani: gli studi internazionali pubblicati indicano, infatti, che se noi curiamo male un bambino oggi, al di là del pericolo di morire, per fortuna raro, questo può diventare una persona con insufficienza respiratoria cronica, andrà in giro con l’ossigeno, sarà in una condizione di invalidità cronica perché non è stato affrontato adeguatamente la malattia in età pediatrica», spiega Miraglia Del Giudice. E la disinformazione gioca un ruolo predominante: manca la conoscenza della figura dell’allergologo sia dell’adulto che del bambino. Questo ad oggi non è previsto. «Il 10 per cento della popolazione pediatrica presenta problemi di allergia e va curato nel migliore dei modi», conclude Miraglia.