Anche per i pazienti italiani una nuova terapia per chi soffre di esofagite eosinofila
Pirosi, rigurgito, vomito, disfagia, arresto del bolo alimentare, dolore addominale: sono alcuni sintomi che caratterizzano l’esofagite eosinofila (EoE), patologia Th2 antigene-mediata, caratterizzata clinicamente da sintomi di disfunzione esofagea e istologicamente da un’infiltrazione eosinofila dell’epitelio dell’esofago.
È ancora considerata una malattia rara, anche se gli ultimi dati di una metanalisi hanno mostrato una prevalenza complessiva di EoE di 22,7 su 100.000 abitanti con tassi più alti negli adulti (43,4 su 100.000) rispetto ai bambini (29,5 su100.000).
È generalmente sottostimata e difficilmente diagnosticata a causa dei sintomi spesso sovrapponibili ad altre patologie gastriche. Se ne è parlato giovedì 27 ottobre in occasione di un incontro a Milano promosso da Dr.Falk Pharma.
«I criteri diagnostici comprendono la presenza di sintomi esofagei» spiega Edoardo Vincenzo Savarino, professore di Gastroenterologia al Dipartimento di Scienze chirurgiche oncologiche e gastroenterologiche dell'Università di Padova, ma «per una corretta diagnosi della patologia deve essere eseguita una esofagogastroduodenoscopia con biopsie».
L’origine e la causa dell’EoE non sono ancora del tutto chiare. Si pensa che ci sia un’interazione fra il sistema immunitario e i fattori ambientali.
«Circa il 70% dei pazienti soffre di EoE a causa di alimenti» sostiene Giorgio Walter Canonica, responsabile del Centro medicina personalizzata asma e allergologia dell'Humanitas Research Hospital di Milano. Un dato «che può essere ulteriormente aumentato di un 10% - aggiunge Canonica - riferendosi anche ad altre sensibilizzazioni».
A livello esofageo accade che le sostanze contenute negli alimenti o pollini vengono in contatto con cellule del sistema immunitario, che si attivano in modo non fisiologico determinando infiammazione con richiamo degli eosinofili a livello della mucosa dell’esofago.
«Uno dei principali problemi – sottolinea Roberta Giodice, presidente dell'Associazione Eseo Italia - è il ritardo diagnostico; è infatti una malattia spesso sottovalutata a causa di sintomi a volte non gravi. Il secondo problema è l’accessibilità al farmaco in ogni parte d’Italia in egual misura, processo che definirei un’”avventura”, un viaggio da fare Regione per Regione con l’obiettivo di creare dei Percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali nelle eccellenze locali che diventano in seguito facilitatori di buone pratiche».
Per i pazienti che in Italia soffrono di EoE è ora disponibile budesonide in compresse orodispersibili, un cortisonico topico che ha dimostrato in ampi studi clinici tassi convincenti di remissione, sia nella terapia di induzione sia in quella di mantenimento con una buona tollerabilità. Grazie a budosenide, hanno assicurato Torben Zachmann e Giuseppe Isoni in rappresentanza di Dr. Falk Pharma che distribuisce il prodotto, i pazienti che convivono da tempo con questa malattia hanno oggi un’opportunità terapeutica innovativa che può consentire loro di riscoprire una qualità di vita migliore.