Gli antinfiammatori possono aumentare il rischio di problemi cardiaci in chi ha il diabete

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Gli antinfiammatori possono aumentare il rischio di problemi cardiaci in chi ha il diabete

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Immagine: Derrick Coetzee (User:Dcoetzee), CC0, via Wikimedia Commons
di Roberto Amato
Esiste un’associazione tra l’uso raro o il primo utilizzo di un antidolorifico della categoria dei Fans (ibuprofene per esempio) e il ricovero per insufficienza cardiaca nei pazienti con diabete 2 over 65 e con malattia non controllata

Gli antinfiammatori di uso comune (ibuprofene, tanto per fare un esempio), ossia quei farmaci che rientrano nella categoria dei Fans antinfiammatori non steroidei) anche se usati per brevi periodi possono aumentare il rischio di ricovero per scompenso cardiaco nelle persone con diabete di tipo 2. Lo suggerisce uno studio presentato al Congresso della European Society of Cardilogy (ECS).  

«Nel nostro studio, circa un paziente su sei con diabete di tipo 2 ha richiesto almeno una prescrizione di FANS in un anno.  In generale, consigliamo sempre ai pazienti di consultare il proprio medico prima di assumere un nuovo farmaco e, con i risultati di questo studio, speriamo di aiutare i medici a limitare il rischio quando vengono prescritti Fans», dice Anders Holt of Copenhagen University Hospital in Danimarca, a capo dello studio.

Il timore che l’assunzione dei farmaci analgesici e antinfiammatori possa danneggiare la funzionalità cardiaca nelle persone con diabete 2 deriva dalla comprovata associazione tra Fans e insufficienza cardiaca nella popolazione generale. Dato che i pazienti con diabete di tipo 2 hanno più del doppio delle probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a quelli senza diabete, l’uso di questi farmaci potrebbe rivelarsi ancora più dannoso. 

Per scoprirlo un gruppo di ricercatori ha selezionato dal database sanitario danese tutti i pazienti con una diagnosi di diabete 2 tra il 1998 e il 2021, ottenendo una coorte di 331.189 pazienti. Sono state volutamente escluse tutte le persone che scompenso cardiaco o con patologie reumatiche che necessitano di cure a lungo termine con farmaci antinfiammatori. 

Gli scienziati hanno raccolto informazioni sulle prescrizioni di farmaci come celecoxib, diclofenac, ibuprofene, e naprossene, precedenti al primo ricovero per scompenso cardiaco. 

Nel primo anno dello studio,  il 16 per cento dei pazienti aveva richiesto almeno una prescrizione di Fans mentre il 3 per cento aveva richiesto almeno tre prescrizioni. L'ibuprofene è stato utilizzato dal 12,2 per cento dei pazienti, il diclofenac dal 3,3 per cento, il naprossene dallo 0,9 per cento e il celecoxib dallo 0,4 per cento. Durante un follow-up di 5,85 anni, 23.308 pazienti sono stati ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca per la prima volta.

 

L’uso di FANS era associato a un aumento di 1,43 volte del rischio di prima ospedalizzazione per insufficienza cardiaca. Quando i singoli FANS sono stati analizzati separatamente, il rischio di ricovero per scompenso cardiaco è aumentato di 1,48 volte per diclofenac e di 1,46 volte per ibuprofene, 1,46. Celecoxib e naprossene non erano associati a un aumento del rischio, forse a causa della piccola percentuale di prescrizioni dichiarate.

I pazienti con diabete che hanno valori normali di emoglobina glicata non sono esposti a un maggior rischio di scompenso cardiaco dopo l’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei. 

Le persone più fragile sono quelle di età superiore ai 65 anni, mentre non è stata trovata alcuna associazione nei pazienti con età inferiore ai 65 anni. L'associazione più forte è stata osservata in chi usa molto raramente i Fans o in chi li ha usati per la prima volta. 

«Questo è uno studio osservazionale e non possiamo concludere che i Fans causino insufficienza cardiaca nei pazienti con diabete di tipo 2. Tuttavia, i risultati suggeriscono che un potenziale aumento del rischio di insufficienza cardiaca dovrebbe essere valutato quando si considera l'uso di questi farmaci. Al contrario, i dati indicano che può essere sicuro prescrivere FANS a breve termine per i pazienti di età inferiore ai 65 anni e per quelli con diabete ben controllato», conclude Holt.