Artrite reumatoide, 30mila pazienti colpiti anche da interstiziopatia. 
Anmar: “serve un PTDA per la gestione delle complicanze polmonari”


La richiesta

Artrite reumatoide, 30mila pazienti colpiti anche da interstiziopatia. 
Anmar: “serve un PTDA per la gestione delle complicanze polmonari”


di redazione

Dispnea, tosse secca cronica, debolezza, stanchezza, dolore toracico, perdita di appetito e di peso. Sono i sintomi dell’interstiziopatia polmonare,  una infiammazione dei polmoni spesso accompagnata da fibrosi del tessuto polmonare che è una delle possibili complicanze dell’artrite reumatoide. In Italia più del 10 per cento delle persone affette dalla malattia reumatica (30 mila donne e uomini) è colpito anche da interstiziopatia polmonare. Un grave problema di salute che condiziona negativamente la qualità di vita  per il quale si rende necessaria al più presto la definizione di un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (o PTDA) realmente operativo sull’intero territorio nazionale. 

La richiesta è avanzata dall’Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR) oggi, 2 novembre, a Roma in occasione di una conferenza stampa a cui partecipano i rappresentanti dei pazienti e dei clinici. L’evento è realizzato con il contributo di Boehringer Ingelheim Italia. 

«Il PTDA è indispensabile e deve essere considerato dalle istituzioni come uno strumento che si pone l’obiettivo di contenere i costi che gravano sul servizio sanitario nazionale. Ai pazienti invece occorre per sentirsi realmente presi in carico nella gestione di una complicanza particolarmente insidiosa. All’interno di questo percorso, il malato deve essere parte attiva ed integrante dell’intero processo assistenziale», afferma Silvia Tonolo, presidente Nazionale ANMAR. 

«I sintomi dell’interstiziopatia polmonare  sono tutti sintomi aspecifici e riconducibili a molte altre malattie e per questo risulta davvero difficile ottenere una diagnosi precoce. Tuttavia i ritardi possono avere gravi conseguenze dal momento che un terzo delle complicanze può evolvere in fibrosi polmonare. In questo caso si determina un danno dell’organo irreversibile e un peggioramento generale di tutti i sintomi respiratori», dichiara Mauro Galeazzi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio CAPIRE. 

A livello reumatologico l’interstiziopatia non interessa solo l’artrite reumatoide ma anche i pazienti colpiti da lupus eritematoso sistemico, malattia mista del tessuto connettivo, sindrome di sjögren e sclerosi sistemica. 

«È dunque un problema molto frequente, viene solitamente individuato attraverso una visita medica e un esame clinico del torace. Non tutti i pazienti necessitano di un trattamento farmacologico la cui opportunità deve essere valutata considerando diversi fattori come età, abitudini, altre malattie e terapie assunte. In altri casi è invece opportuno concordare, con il paziente, una cura che si può basare su immunosoppressori, anti-fibrotici o sulla loro combinazione. Una delle difficoltà maggiori è che i farmaci efficaci contro l’artrite reumatoide, come per esempio quelli biologici, non determinano nessun beneficio clinico sull’interstiziopatia. Per tutti questi motivi la definizione di un PDTA potrebbe uniformare nel nostro Paese tutti gli interventi diagnostici-terapeutici. Inoltre porterebbe a notevoli vantaggi in termini di ottimizzazione dell’utilizzo di tutte le risorse disponibili», commenta  Gian Domenico Sebastiani, presidente della Società Italiana di Reumatologia-SIR.