Bronchiolite, nuove linee guida: meno cortisone più prevenzione

Il documento

Bronchiolite, nuove linee guida: meno cortisone più prevenzione

Allattamento al seno e nessun contatto con chi ha sintomi di raffreddore o influenza per prevenire l’infezione

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Immagine: Beth, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

La bronchiolite è uno dei timori più grandi delle mamme nei primi mesi di vita. Dovuta soprattutto al virus respiratorio sinciziale, dopo essere quasi scomparsa nel primo anno di pandemia, negli ultimi due anni l’infezione ha avuto una ampia diffusione, con picchi in periodi atipici dell’anno e un impatto considerevole sui servizi sanitari.

Ora, la comunità scientifica italiana si dota di nuovi strumenti per affrontarla. 

La Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società di Neonatologia (SIN) la Società per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) e altre 13 società scientifiche pediatriche hanno realizzato la versione aggiornata delle linee guida per la gestione della bronchiolite nei bambini che riassume le ultime prove scientifiche sul tema. Il documento è stato appena pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics.

«Questo documento viene pubblicato in un momento in cui il servizio sanitario è stato messo a dura prova a causa di questo virus.  È quindi importante fornire ai pediatri che lavorano sul territorio, in ospedale e nei Pronto Soccorsi, un aggiornamento sulle migliori pratiche per la gestione della bronchiolite con l'auspicio di arrivare ad un comune e condiviso approccio medico», dice la presidente della Società Italiana di Pediatria Annamaria Staiano, tra le autrici delle linee guida. 

Cosa funziona e cosa no

La pubblicazione passa in rassegna i trattamenti efficaci rilevando che «si utilizzano spesso farmaci per i quali non vi sono evidenze e che questi farmaci possono anche causare effetti collaterali”, spiega Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Azienda-Ospedale Università di Padova. «Farmaci come il cortisone, gli antibiotici i broncodilatatori non dovrebbero essere usati, mentre questo ancora accade spesso. Le Linee guida enfatizzano l’importanza di dare informazioni ai genitori dei bambini piccoli per prevenire l'infezione, perché nella bronchiolite uno degli aspetti fondamentali è quello della prevenzione, dal momento che, oltre all’ossigeno, non vi sono né antivirali né vaccini disponibili», aggiunge il pediatra. 

Utile può essere l’aspirazione nasale - superficiale e fatta in maniera molto delicata - specialmente per i bambini più piccoli: può migliorare la pervietà delle vie aeree, la saturazione e rendere più facile l’alimentazione. Al contrario, l’aspirazione profonda delle vie aeree non è raccomandata e può causare anche traumi nei bambini più piccoli.

Immagine: Manti, S., Staiano, A., Orfeo, L. et al. UPDATE - 2022 Italian guidelines on the management of bronchiolitis in infants. Ital J Pediatr 49, 19 (2023). https://doi.org/10.1186/s13052-022-01392-6

Prevenire è meglio che curare

Le linee guida forniscono inoltre chiare indicazioni di prevenzione: tanto per cominciare l’allattamento esclusivo al seno, dal momento che il latte materno contiene anticorpi contro numerosi agenti infettivi e riduce il rischio di infezioni gravi da virus respiratorio sinciziale e di ricovero per bronchiolite; poi lavare le mani con acqua e sapone o con un gel alcolico prima di toccare il bambino e chiedere di fare altrettanto ad altre persone in contatto con il piccolo. Ancora: usare la mascherina in caso di raffreddore quando ci si avvicina al bambino e se si ha il raffreddore astenersi dal baciarlo ed evitare di toccarsi la faccia; poi tenere lontano il bimbo da altri bambini o adulti con il raffreddore e, naturalmente, non fumare in casa poiché il fumo aumenta il rischio di infezione. 

Infine, nei casi in cui il bambino sia prematuro o affetto da malattie cardiache o polmonari è possibile chiedere al pediatra se vi sono le indicazioni all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da virus respiratorio sinciziale. Da qualche anno è infatti disponibile un anticorpo monoclonale che si usa per proteggere i lattanti nati prematuri.

Immagine: Manti, S., Staiano, A., Orfeo, L. et al. UPDATE - 2022 Italian guidelines on the management of bronchiolitis in infants. Ital J Pediatr 49, 19 (2023). https://doi.org/10.1186/s13052-022-01392-6

Quando andare dal pediatra

Il documento indica inoltre i segnali di allarme che devono indurre i genitori a rivolgere al pediatra: difficoltà respiratorie suggerite dalla tosse o aumento dello sforzo respiratorio che si manifesta con allargamento nasale, versi simili a un grugnito o dalla detrazione delle costole, cambiamenti nel colore della pelle. Anche le difficoltà di alimentazione e al disidratazione che può presentarsi con pannolini poco bagnati o con pianto che non produce lacrime sono segnali da non sottovalutare, così come la scarsa reattività e la letargia, specialmente nei bambini con meno di 3 mesi.