C’era una volta l’asma. Durante la pandemia sono calati i casi gravi e i ricoveri

Effetto Covid

C’era una volta l’asma. Durante la pandemia sono calati i casi gravi e i ricoveri

Non è solo perché le persone sono state alla larga dagli ospedali, ma anche perché i lockdown hanno ridotto i fattori di rischio, come inquinamento e circolazione di altri virus respiratori. Su Thorax un dossier fotografa il fenomeno nel Regno Unito e nella Corea del Sud

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Immagine: NIAID, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Dal 23 marzo 2020 l’asma ha smesso di essere un problema per molti inglesi. O almeno così sembra. Da uno studio su Thorax emerge infatti che durante il periodo del lockdown nel Regno Unito c’è stato un calo significativo dei ricoveri ospedalieri per le conseguenze di attacchi gravi di asma. E le spiegazioni possibili sono due: molti pazienti per paura del contagio di Covid-19 si sono tenuti alla larga dalle strutture sanitarie cercando soluzioni alternative, ma potrebbe anche darsi che le misure restrittive abbiano ridotto i fattori di rischio per le riacutizzazioni dell’asma, come l’inquinamento atmosferico o la circolazione di altri virus respiratori. 

L’effetto Covid sull’asma è stato al centro di un dossier pubblicato sulla rivista Thorax costituito da tre studi, due condotti nel Regno Unito e uno in Corea del Sud.

Il primo studio ha raccolto i dati di 10 milioni di pazienti in Inghilterra archiviati nell’Optimum Patient Care Database. I tassi di esacerbazione dell’asma tra gennaio e agosto 2020 sono stati messi a confronto con quelli registrati tra gennaio e agosto del periodo 2016-2019. Gli scienziati hanno calcolato che dopo il 23 marzo ci sono stati almeno 20 episodi in meno di asma grave ogni 100 pazienti. 

«Riteniamo che una combinazione di fattori abbia portato a una riduzione delle esacerbazioni dell'asma. Questi fattori includono il cambiamento del comportamento in seguito alle misure restrittive che hanno portano alla riduzione dell'inquinamento atmosferico, a una ridotta circolazione dei virus respiratori e a una migliore autogestione da parte dei pazienti durante la pandemia», ha commentato Syed A Shah dell’Università di Edimburgo a capo dello studio. 

Nel secondo studio, i ricercatori hanno analizzato i database sanitari della Scozia e e del Galles per confrontare i casi settimanali di asma nelle prime 18 settimane del 2020 con la media annuale precedente (anni 2015-2019). Hanno anche calcolato come è cambiata la tendenza tra prima e dopo il lockdown, contando i casi delle prime tredici settimane del 2020 e quelli delle cinque settimane successive alla riapertura. 

Sia in Galles che in Scozia il numero di esacerbazioni dell’asma che hanno richiesto un ricovero ospedaliero si è ridotto di un terzo nel lockdown e nel post-lockdown. Non sono state osservate variazioni nel numero dei decessi. 

«Non sappiamo ancora in che misura la riduzione dei casi urgenti di asma sia dovuta a un migliore controllo dell'asma o alla riduzione dell’esposizione ai fattori scatenanti durante la pandemia, o alla tendenza ad evitare le strutture sanitarie», ha spiegato Gwyneth A Davies, a capo dello studio.

È probabile che molti pazienti, per cause di forza maggiore, abbiano trovato il modo di gestire gli attacchi di asma in autonomia senza dover ricorrere al personale sanitario. È quanto suggeriscono i dati sulle prescrizioni di farmaci per l’asma e di corticosteroidi per inalatori del Galles: poco prima del lockdown le ricette mediche per questi prodotti sono aumentate rispettivamente del 121 e del 133 per cento. Il che dimostra chiaramente l’intenzione dei pazienti di curarsi da soli. 

Il terzo studio è stato condotto nella Corea del Sud. Gli scienziati hanno osservato un drastico calo dei ricoveri per polmonite, influenza, broncopneumopatia cronica ostruttiva e asma durante la pandemia rispetto al periodo precedente. 

«Sin dai primi giorni dell'epidemia di covid-19, la Corea del Sud ha adottato un rigoroso allontanamento sociale, l'igiene personale e l'uso universale di mascherine. In questo studio, la significativa diminuzione dei ricoveri ospedalieri per influenza, polmonite, Bpco e asma suggerisce i benefici non intenzionali di queste misure», suggeriscono i ricercatori. 

L’ipotesi è che le misure adottate per contenere la pandemia, come l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico, abbiano ridotto la circolazione dell’influenza e di altri virus respiratori che possono provocare polmonite ma anche scatenare attacchi di asma.