Cancro, immunoterapia efficace e sicura anche con la dose “estesa”

ASCO 2022

Cancro, immunoterapia efficace e sicura anche con la dose “estesa”

di Michele Musso

L’immunoterapia può essere utilizzata anche in modalità “prolungata” per il trattamento di alcune forme di tumore. Risulta efficace e sicura, per i pazienti, come quando avviene la somministrazione “tradizionale”.

A questa conclusione arriva uno studio internazionale condotto su 733 malati in cura presso 37 diversi Centri oncologici europei e coordinato dalla Clinica oncologica dell’Università Politecnica delle Marche. La ricerca è stata presentata, come poster, al congresso dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology) a Chicago.

«I farmaci immunoterapici sono stati inizialmente studiati per essere somministrati ogni 2 o 3 settimane» ricorda Rossana Berardi, docente di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e direttrice della Clinica oncologica agli Ospedali Riuniti di Ancona. «Tuttavia possono essere somministrati anche in modalità “prolungata” – prosegue - e quindi con la dose “estesa” ogni 4/6 settimane. Nello studio siamo andati a ricercare eventuali differenze tra le due diverse modalità di somministrazione dell’immunoterapia in pazienti affetti da tumori solidi, principalmente melanoma e carcinoma polmonare non a piccole cellule». Dalla comparazione è risultato che «nella pratica clinica il profilo di sicurezza del trattamento a dose prolungata non differisce sostanzialmente dalla dose standard».

Le due forme tumorali osservate nello studio colpiscono rispettivamente ogni anno oltre 14 mila e 28 mila uomini e donne solo nel nostro Paese.

L'immunoterapia è «una tipologia di cura estremamente efficace in alcune patologie oncologiche» sottolinea Berardi, che è anche membro del Comitato direttivo dell'Aiom, l'Associazione degli oncologi medici italiani. «Come tutte le armi che utilizziamo per sconfiggere il cancro – osserva - presenta degli effetti collaterali che risultano diversi rispetto alla chemioterapia tradizionale. Sono inoltre farmaci che presentano costi importanti sia per le singole strutture sanitarie nonché per l’intero sistema sanitario nazionale. Con la nuova ricerca stiamo dimostrando come la somministrazione in modalità “prolungata” sia una valida, sicura e fattibile opzione terapeutica. Il nostro studio è “real life” – conclude Berardi - e quindi valuta pazienti oncologici al di fuori delle sperimentazioni cliniche. Stiamo ora conducendo ulteriori indagini di approfondimento in merito all’efficacia di questa strategia e al suo impatto economico».