Cancro del retto: nuova immunoterapia evita chemio e intervento chirurgico
Il trial è piccolo. Sono solo 12 i pazienti arruolati, tutti sottoposti alla stessa terapia. Ma il risultato è sorprendente: del carcinoma rettale avanzato non c’è più traccia in nessuno dei partecipanti. Nel 100 per cento dei casi, gli esami di controllo eseguiti con ecografie, Pet o risonanza magnetica sono puliti. Remissione completa per tutti. Almeno per ora. «Credo sia la prima volta che accade nella storia delle terapie per il cancro», ha dichiarato al New York Times Luis A. Diaz del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, tra gli autori dello studio.
La terapia, che ha ottenuto il risultato, chiamata immunoterapia ablaltiva, consiste nell’immunoterapico dostarlimab che è stato usato come trattamento di prima linea per il cancro del retto localmente avanzato con deficit di riparazione del mismatch (MMRd). I risultati dello studio sono stati presentati al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2022 e contemporaneamente pubblicati sul The New England Journal of Medicine.
L’anticorpo monoclanale dostarlimab si candida così a sostituire lo standard of care rappresentato da chemioterapia, radioterapia e chirurgia. È necessario aspettare ancora per valutare la risposta a lunga termine e condurre nuovi studi su un numero più ampio di pazienti. Ma se i risultati venissero confermati si tratterebbe di una rivoluzione nel trattamento di un tipo di cancro particolarmente aggressivo. I partecipanti affetti da adenocarcinoma rettale allo stadio 2 e 3 hanno ricevuto tutti l’anticorpo monoclonale e inibitore di checkpoint anti-PD1 ogni tre settimane per sei mesi con l’ipotesi di intervenire in seguito con radiochemioterapia o chirurgia. Ma questo passaggio è saltato del tutto. È stato sufficiente monitorare i pazienti e assicurarsi che il tumore non si ripresentasse.
«Si tratta di una piccola casistica di pazienti con carcinoma del retto localmente avanzato», spiega Salvatore Siena, direttore della Oncologia Falck, del Dipartimento di Ematologia e Oncologia e del Niguarda Cencer Center dell'Ospedale Niguarda di Milano e ordinario di Oncologia Medica presso l'Università degli Studi di Milano Statale. «Tuttavia, non il classico tumore del retto localmente avanzato, ma pazienti con una caratteristica immunonologica e molecolare particolare che si chiama instabilità microsatellitare», una caratteristica presente in circa il 5% dei tumori del retto. Ma riscontrabile in numerose altre neoplasie.
Lo studio, continua Siena, «ci fa vedere che il 100% dei pazienti ha ricevuto una remissione completa della malattia documentata sia con l’eco-endoscopia, sia con risonanza, sia con la Pet, sia con la biopsia. Si tratta di dati rivoluzionari», aggiunge. A oggi, «soltanto recentemente attraverso un regime che prevede chemioterapia e radioterapia somministrata prima dell’intervento si è riusciti a far sì che 1 paziente su 4 o su 5 riesca a evitare l’intervento chirurgico». In questo caso il vantaggio è invece per tutti i pazienti.
A oggi, nessun paziente ha avuto necessità della chemio-radioterapia o del bisturi e nessun caso di progressione o recidiva è stato osservato durante il follow-up (fino a 25 mesi).
«Non abbiamo ancora un follow-up sufficientemente lungo per poter cantare vittoria», continua Siena. «Non possiamo escludere qualche paziente in futuro recidiverà. Il traguardo raggiunto finora, però, è presagio di guarigione senza bisogno della chirurgia, della radioterapia, della chemioterapia. Non esistono terapie analoghe che possono portare al 100%».
«La chirurgia e le radiazioni hanno effetti permanenti sulla fertilità, sulla salute sessuale, sull'intestino e sulla funzione della vescica. Le implicazioni per la qualità della vita sono sostanziali, specialmente se il trattamento standard può compromettere la fertilità. Poiché l'incidenza del cancro del retto è in aumento nei giovani adulti, questo approccio può avere un impatto importante», ha dichiarato Andrea Cercek, oncologo del Memorial Sloan Kettering Cancer Center e coautore dello studio.
Dostarlimab è approvato oggi in Europa, con il nome commerciale di Jemperli, per il trattamento del cancro dell'endometrio avanzato o ricorrente con deficit del sistema di mismatch repair (dMMR)/elevata instabilità dei microsatelliti (MSI-H).
* Ultimo aggiornamento: 8 giugno 2022 alle 15:00