Cancro: la target therapy incontra la radio, nuove prospettive da terapia con radioligandi
Si chiama terapia con radioligandi ed è un nuovo approccio che potrebbe cambiare la terapia dei tumori. «Colpisce in maniera mirata le cellule tumorali grazie all’azione combinata di una molecola cosiddetta ‘carrier’ in grado di riconoscere e legarsi specificamente ai recettori ad elevata affinità espressi sulle cellule neoplastiche, e alla particella radioattiva - isotopo – capace di emettere radiazioni terapeutiche ligando mediate», spiega Marco Maccauro, responsabile della struttura semplice di Terapia Medico Nucleare ed Endocrinologia dell’Istituto Nazionale Tumori Milano. «La terapia, ha quindi un grado di selettività superiore alle altre terapie sistemiche oncologiche. Inoltre, il profilo di sicurezza e la tollerabilità della terapia con radioligandi sono elevati poiché il radiofarmaco si lega quasi esclusivamente alle cellule malate e le radiazioni hanno effetto su aree molto circoscritte».
La strategia è stata ideata in Italia poco più di 20 anni fa, da Stefano Buono, che nel 2002 ha fondato una start up per portare su scala industriale un brevetto sviluppato durante gli anni passati al CERN.Nel 2022 è stata approvata, prima negli Usa e poi in Europa, la prima terapia con radioligandi per il trattamento del carcinoma prostatico progressivo metastatico resistente alla castrazione e PSMA-positivo.
È impiegata anche nel trattamento del tumore neuroendocrino nel tratto gastro-entero-pancreatico (GEPNET).
In futuro si prevede possa trovare numerose altre applicazioni.