Covid: il 40% di chi ha avuto la polmonite continua ad avere problemi ai polmoni anche dopo un anno dalle dimissioni

Lo studio

Covid: il 40% di chi ha avuto la polmonite continua ad avere problemi ai polmoni anche dopo un anno dalle dimissioni

Dopo 12 mesi dalle dimissioni il 40% dei pazienti che è stato ricoverato con polmonite bilaterale da Covid ha ancora una funzionalità polmonare ridotta. I dati di uno studio spagnolo confermano i rischi del long Covid

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Immagine: Hellerhoff, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Dopo un anno dalle dimissioni, il 40 per cento dei pazienti ricoverati con polmonite bilaterale causata da Covid ha ancora una ridotta funzionalità polmonare. Lo dimostra uno studio condotto in Spagna su 312 pazienti dell’età medi di 60 anni ammessi in 12 ospedali del Paese e sottoposti a una tomografia computerizzata (Tac) del torace dopo 2, 5 e 12 mesi dalle dimissioni (avvenute tra maggio e luglio 2020). I risultati, pubblicati su Respiratory Research, confermano la necessità di monitorare attentamente le persone che hanno avuto Covid in forma grave. 

I ricercatori hanno classificato i partecipanti in tre gruppi sulla base della gravità dei sintomi: pazienti “lievi” (che richiedono ossigeno supplementare attraverso una maschera o tubicini nasali), “gravi” (che richiedono ventilazione meccanica non invasiva o una cannula nasale per ossigeno ad alto flusso) o “critici” (che richiedono ventilazione meccanica invasiva).

A 2 mesi dalle dimissioni, il 53,8 per cento di tutti i pazienti presentava una ridotta funzionalità polmonare. La percentuale scendeva al 46,8 per cento a 6 mesi e al 39,8 per cento a 12 mesi. La funzionalità dei polmoni si valuta sulla cosiddetta “capacità di diffusione polmonare”, ossia la capacità di mandare l'ossigeno dai polmoni al sangue e di far tornare indietro l'anidride carbonica dal sangue ai polmoni. I pazienti hanno anche eseguito il test della capacità vitale forzata che misura il volume massimo di aria che può essere espirato forzatamente. Valori bassi sono stati riscontrati nel 14,3 per cento in tutti i gruppi dopo 2 mesi, nel 9,3 per cento a 6 mesi e nel 6,7 per cento a 12 mesi. 

Dopo 2, 6 e 12 mesi dalle dimissioni rispettivamente il 21,5 per cento, l’11,3 per cento e il 9,8 per cento dei partecipanti respirava ancora con l’affanno. 

Dopo 2 mesi dalle dimissioni la Tac del torace mostrava nel 73,5 per cento dei pazienti con difficoltà respiratorie (il 32% dell’intero campione) una funzionalità polmonare compromessa. 

Dei 200 pazienti con risultati anormali a 2 mesi, il 78 per cento era stato sottoposto a un nuovo esame dopo 12 mesi:  il 78,8 per cento di questi pazienti (27,4% della coorte) presentava anomalie persistenti.

«Congiuntamente all’aumento del numero di persone colpite da Covid nel tempo, è migliorata la sopravvivenza dall'inizio della pandemia, ma con la conseguenza che milioni di sopravvissuti potrebbero essere colpiti da problemi polmonari legati a Covid-19, che potrebbero portare ad un notevole deterioramento della qualità della vita.  Questi risultati confermano la necessità del follow-up dei pazienti con polmonite grave indotta da Sars-CoV-2 per chiarire se i cambiamenti fibrotici possono progredire nel tempo», commentano gli autori dello studio.