Cuore: sostituzioni transcatetere delle valvole riduce riflusso e consente ricoveri più brevi

Innovazione

Cuore: sostituzioni transcatetere delle valvole riduce riflusso e consente ricoveri più brevi

di Roberto Amato

Spossatezza, fiato corto, dolori al torace. Potrebbero essere i sintomi di patologie valvolari cardiache, malattie che colpiscono ogni anno, in Italia, circa un milione di persone, pari al 12,5 per cento degli over 65 (1 su 10). I numeri,  destinati ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione, raggiungeranno 2,5 milioni entro il 2040. Se ne parlerà nel corso della Settimana Europea sulle Malattie delle valvole cardiache, dal 12 al 18 settembre,  che punta ad aumentare la consapevolezza di cittadini e istituzioni su queste patologie, invita a non sottovalutare sintomi apparentemente banali e informa sulle procedure più efficaci per far fronte ai difetti delle valvole. Tra queste c’è la sostituzione di valvole aortiche per via percutanea  (TAVI), ritenuta tra le soluzioni terapeutiche più efficaci anche per pazienti che, per vari motivi, non possano affrontare interventi di cardiochirurgia tradizionale.

Di recente è stata anche introdotta nella pratica clinica una valvola cardiaca innovativa, Acurate Neo 2 di Boston Scientific, un nuovo sistema dotato di un dispositivo di rilascio semplificato che consente di accedere con precisione anche a vasi sanguigni piccoli e complessi. Gli studi evidenziano, inoltre, che la procedura Acurate Neo 2 riduce di ben tre volte, passando dall’11,2  al 3,5 per cento, il rigurgito paravalvolare aortico, cioè il riflusso di sangue dall’aorta al ventricolo sinistro causato da difetti valvolari, un  elevato fattore di rischio negli interventi di chirurgia cardiaca. 

In proposito va anche ricordato che la sostituzione TAVI delle valvole aortiche comporta, nel 25 per cento dei casi, l’impianto di un pacemaker. Anche questa necessità è stata sensibilmente ridotta dal sistema Acurate Neo 2 che la evidenzia solo nel 7,6 per cento dei casi, confermando sia la bassa invasività della procedura, sia la possibilità di ridurre drasticamente i giorni di ricovero con significativi vantaggi economici.