Malattie rare
Distrofia di Duchenne: finalmente la svolta
Francesca Ceradini
Dopo un lungo e tortuoso percorso, arriva il primo farmaco contro la distrofia muscolare di Duchenne. Un traguardo raggiunto grazie alle sinergie tra pazienti, ricercatori, clinici e aziende

Ci sono voluti più di 15 anni di ricerche e sperimentazioni. Con momenti entusiasmanti e altri cupi. Ma alla fine, grazie alla collaborazione di pazienti, ricercatori, clinici e aziende anche le persone affette dalla distrofia muscolare di Duchenne, malattia rara che non lascia scampo ai muscoli e dà un’aspettativa di vita che non raggiunge i 40 anni, hanno un arma con cui combattere la malattia.

Non tutti i malati, per ora. Poiché il nuovo medicinale (il cui nome è Translarna) è efficace soltanto quando la malattia è dovuta a uno specifico errore genetico. Ma è un primo importante passo. E per una volta parlare di vittoria non è un’esagerazione. 

Il successo è stato sancito nei giorni scorsi dalla decisione della Commissione Tecnico Scientifica (Cts) dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) di esprimere parere favorevole alla richiesta di inserire Translarna nell'elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale ai sensi della Legge 648/96 è realmente un traguardo epocale nel campo delle malattie rare.

Questa legge permette che un gruppo di pazienti ottenga l'accesso a un farmaco che abbia dimostrato un beneficio mentre siano ancora in corso gli studi clinici.  

In questo caso, il gruppo di pazienti interessati sono quelli affetti da distrofia muscolare di Duchenne con almeno 5 anni di età e in cui la malattia è caratterizzata da una mutazione specifica detta “nonsenso” a carico del gene della distrofina (circa il 10-15% dei ragazzi colpiti da Duchenne hanno una mutazione “nonsenso”).

La distrofia è una malattia genetica degenerativa che colpisce il tessuto muscolare scheletrico con conseguente progressive difficoltà motorie, respiratorie e danni al cuore. È dovuta a un malfunzionamento del gene della distrofina che può essere danneggiato da diversi tipi di mutazione. Una di queste è la mutazione “non senso” (anche chiamata mutazione “di stop prematuro”), che comporta l'introduzione di un segnale di stop in una zona interna del gene. Questa mutazione causa l'interruzione anticipata della lettura del gene con la conseguente produzione di una forma più corta, non funzionale, della distrofina. 

Translarna è una una piccola molecola, sviluppata dalla società biofarmaceutica americana PTC Therapeutics, che interviene sui meccanismi molecolari coinvolti nella lettura dei geni e nella loro traduzione in proteine. In particolare, agisce direttamente sul danno genetico, mascherando questa mutazione e permettendo quindi la formazione della proteina funzionale. È quindi di fatto il primo trattamento che colpisce all’origine la malattia e non si limita a contrastare i sintomi.

La molecola è stata identificata nel 1998 e solo nel 2008 Translarna è riuscita ad approdare alla sperimentazione sull’uomo. Sebbene fosse al momento uno degli approcci terapeutici più promettenti nel panorama della Duchenne, il suo iter per l'approvazione è stato un vero percorso ad ostacoli con un lungo periodo di totale fermo e grandi incertezze sul futuro del possibile farmaco. 

Basti pensare che in questo lungo e tortuoso percorso, durato più di 15 anni, la molecola ha cambiato nome ben tre volte: inizialmente denominata PTC124 durante la sua fase di sviluppo, poi Ataluren nelle prime fasi di sperimentazione clinica e infine Translarna al momento dell'approvazione per l'immissione al commercio. 

Di fronte alle tante difficoltà incontrate la comunità Duchenne, un vero network formato da ricercatori, clinici e pazienti, ha dimostrato di riuscire a compiere un enorme lavoro di sinergia per portare avanti una battaglia agendo su più fronti, dalla ricerca di base a quella clinica al dialogo con le istituzioni e con le agenzie regolatorie. 

La decisione favorevole della Commissione Tecnico Scientifica dell'Aifa è infatti arrivata in seguito alla richiesta, da parte degli specialisti e dell'associazione di pazienti Parent Project Onlus, di poter avere accesso al farmaco prima che sia commercialmente disponibile. 

«La storia di Translarna ci ha insegnato moltissimo e proprio grazie ai fallimenti e alle tante difficoltà incontrate durante lo sviluppo clinico, abbiamo compreso la complessità della Duchenne, della quale ignoravamo anche la storia  naturale», ha commentato il presidente di Parent Project Onlus Filippo Buccella. «Questa esperienza ci insegnerà ancora molto e la nostra comunità Duchenne è ancora una volta pronta a raccogliere questa sfida per il bene dei nostri figli».

Certo il percorso non è ancora finito, Translarna è solo uno dei diversi approcci terapeutici che la comunità Duchenne si auspica possano arrivare alla commercializzazione. La sperimentazione clinica del farmaco, inoltre, è ancora in corso per poter valutare al meglio rischi e benefici. Inoltre, Translarna non è ancora commercialmente disponibile: mediante questa decisione il governo italiano rimborserà il medicinale per un anno dalla data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale o comunque fino a che non sarà stato approvato il prezzo ufficiale di rimborso. Ma si tratta sicuramente di un importante baluardo per la Duchenne e un modello da seguire per le malattie rare.

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