Una fiaba come terapia. Anche raccontare una storia può essere di aiuto ai bambini ricoverati in ospedale

Non solo farmaci

Una fiaba come terapia. Anche raccontare una storia può essere di aiuto ai bambini ricoverati in ospedale

di redazione
Un piccolo ma significativo studio dimostra gli effetti benefici della narrazione sui bambini ricoverati in terapia intensiva. Dopo aver ascoltato una storia si abbassano i livelli di cortisolo e aumentano quelli di ossitocina. I test psicologici confermano gli effetti positivi del racconto

Le storie, quelle che a raccontarle ci vogliono circa 30 minuti e non 15 secondi al massimo come su Instagram, hanno un potere terapeutico. 

Tanto da poter essere usate per ridurre lo stress nei bambini ricoverati in ospedale. I benefici della narrazione sono quantificabili proprio come quelli di un farmaco: dopo aver ascoltato un racconto letto da un adulto i piccoli pazienti mostrano una riduzione dei livelli di cortisolo e un aumento dell’ossitocina. Un cambiamento fisiologico che si traduce in meno ansia e maggiore serenità. Anche i test psicologici confermano l’effetto rilassante dello storytelling, la pratica antica quanto l’umanità che prevede semplicemente qualcuno che racconta e qualcuno che ascolta. Una terapia che non costa nulla e non richiede particolare preparazione per essere somministrata, basta sapere leggere. 

Per dimostrare gli effetti terapeutici della narrazione i ricercatori del D'Or Institute for Research and Education (IDOR) e della Federal University of ABC (UFABC) hanno condotto un piccolo ma rigoroso e indicativo studio su 81 bambini tra i 2 e i 7 anni ricoverati in reparti di terapia intensiva con sintomi simili, problemi respiratori causati da asma, bronchite o polmonite. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: 41 bambini, ognuno individualmente, hanno ascoltato delle storie di 25-30 minuti scelte in base ai loro gusti e raccontate da lettori adulti, mentre altri 40 sono stati intrattenuti con degli indovinelli.

I ricercatori hanno analizzato i campioni di saliva dei partecipanti prima e dopo ogni sessione di intervento per valutare le oscillazioni del cortisolo e dell’ossitocina, gli ormoni rispettivamente dello stress e del benessere. I bambini sono stati infine sottoposti a test psicologici basati sull’associazione libera di parole e a questionari per la valutazione del dolore. 

Entrambi gli interventi hanno procurato ai bambini sollievo dal dolore e tutte e due le attività hanno provocato un abbassamento dei livelli di cortisolo e un aumento di quelli di ossitocina. Ma i benefici ottenuti dai bambini a cui sono state raccontate delle storie erano due volte superiori rispetto a quelli dell’altro gruppo. I risultati sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences. «Anche se lo storytelling era già stato adottato in molti ospedali pediatrici, questa è la prima volta che vengono presentate prove solide del suo impatto fisiologico e psicologico. Ciò contribuisce a considerare questa attività come una strategia terapeutica efficace e a basso costo, che può fare una grande differenza nella qualità della vita dei bambini nelle unità di terapia intensiva», scrivono i ricercatori. 

Un’ulteriore prova dell’impatto positivo dello storytelling proviene dai risultati dei test sulle associazioni libere di parole. Ai bambini sono state mostrate delle cartoline con immagini di ospedali, infermieri, medici ecc.. e gli è stato chiesto un commento spontaneo. Ebbene, i bambini del gruppo di controllo definivano l’ospedale come “il luogo in cui si va quando si è malati”, mentre i bambini del gruppo di intervento associavano la stessa immagine al “posto in cui le persone vanno per stare meglio”.

«Durante il racconto d una storia, accade qualcosa che chiamiamo “trasporto narrativo”. Il bambino, attraverso la fantasia, può provare sensazioni e pensieri che lo trasportano in un altro mondo, un luogo diverso dalla stanza dell'ospedale ed è, quindi, lontano dalle condizioni negative del ricovero», afferma Guilherme Brockington, autore principale dello studio.