L’impatto della pandemia sulla salute mentale: l’81% dei medici ha osservato un aumento del disagio psichico

Lo studio italiano

L’impatto della pandemia sulla salute mentale: l’81% dei medici ha osservato un aumento del disagio psichico

di Roberto Amato

Chi stava bene, sta male. Chi stava male, sta peggio. Volendo semplificare al massimo, questo è il quadro emerso da una indagine sull’impatto della pandemia sulla salute mentale. 

La ricerca italiana, pubblicata di recente sugli Annals of General Psychiatry è stata condotta tra novembre 2021 e febbraio 2022 e ha coinvolto oltre 1.281 medici di varie specialità: psichiatri, neuropsichiatri, neurologi, geriatri, medici di medicina generale e pediatri, chiamati a rispondere a un questionario online. È emerso che l’81,2 per cento degli intervistati ha visto aumentare il disagio psichico tra le persone che si sono rivolte per chiedere supporto, con un peggioramento delle condizioni nel 75,3 per cento di chi aveva un disturbo preesistente. Questi ultimi hanno dovuto fare i conti anche con numerose comorbidità: si sono infatti presentate anoressia, bulimia, disturbi di panico e fobie. Minore incidenza invece si è avuta per l’uso di sostanze.

Più protetti gli anziani over 65: solo il 7,4 per cento ha chiesto un aiuto o ha visto peggiorare la propria salute mentale, probabilmente a causa della protezione offerta sin dall’inizio come soggetti più a rischio e con fragilità.

Interrogati su “cosa ci attende nel futuro”, i 1.281 specialisti ritengono necessario non distogliere l’attenzione da questo tema: il burden of disease del disagio mentale potrebbe aumentare nei prossimi 12/24 mesi sia con un aumento delle malattie legate allo stress che con un peggioramento delle condizioni cliniche di quelli già diagnosticati. Nonostante ciò, è stata osservata una discreta capacità di fronteggiare gli eventi negativi e di mettere a punto strategie di coping con uno sviluppo di resilienza anche grazie alla capacità dei clinici italiani di dare con nuove strategie supporto psicologico e psichiatrico.

«Depressione, ansia e stress sono stati i problemi segnalati più spesso nella prima ondata, ma non sono mancati peggioramenti dell’umore ed episodi di panico e fobie negli ultimi due anni. Va ricordato anche che l’Italia è stato uno dei primi paesi occidentali ad essere colpito e che le persone hanno dovuto affrontare sfide senza precedenti con oscillazioni emotive che sono andate dalla speranza alla delusione, dalla preoccupazione per sé e i propri casi ad oggettive difficoltà economiche e lavorative. Uno tsunami emotivo prolungato che ha messo alla prova la tenuta psicologica degli italiani», scrivono gli autori dell’indagine.  La ricerca fa parte di un ampio progetto multidisciplinare, chiamato Serendipity, realizzato grazie al contributo non condizionante di Viatris.