Long-Covid: ora spuntano i disturbi gastrointestinali
A un anno dall'infezione, maggior rischio di reflusso, ulcera, pancreatite, dispepsia, gastrite, intestino irritabile, colangite
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Una fetta consistente di pazienti, un anno dopo essere guariti da Covid-19 presenta ancora diversi disturbi gastrointestinali. È quanto emerge da uno studio coordinato da ricercatori del Veterans Affairs Saint Louis Health Care System pubblicato su Nature Communications.
La ricerca ha confrontato i dati di 154.068 persone che avevano superato Covid-19 con quelli di 5,6 milioni di persone che non avevano contratto l’infezione e 5,8 milioni precedenti alla pandemia.
A 1 anno dall'infezione, i pazienti con Covid-19 avevano probabilità più alta rispetto agli altri di avere malattia da reflusso gastroesofageo (+35%), ulcera (+62%), pancreatite (+46%), dispepsia funzionale (+36%), gastrite (+47%), intestino irritabile (+54%), colangite (+202%).
I sintomi riportati più frequentemente dai parenti erano costipazione, dolore addominale, diarrea, vomito e gonfiore.
Sebbene anche i pazienti non ospedalizzati erano a rischio elevato di sviluppare questi disturbi, la probabilità aumentava gradualmente insieme alla gravità del Covid-19, fino a raggiungere il massimo in chi era stato ricoverato in terapia intensiva.
«Sebbene i numeri assoluti possano sembrare piccoli, a causa dell'elevato numero di persone con infezione da Sars-CoV-2, questi tassi possono tradursi in un gran numero di persone colpite», hanno scritto gli autori. «Ciò avrà conseguenze non solo per la salute personale delle persone colpite, ma anche per i sistemi sanitari».