Nel microbioma le istruzioni per prevenire le infezioni nei neonati prematuri

Lo studio

Nel microbioma le istruzioni per prevenire le infezioni nei neonati prematuri

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di redazione
L’origine interna delle sepsi neonatali è la più probabile: in più della metà dei casi il batterio all’origine dell’infezione del sangue era presente nell’intestino dei neonati prima della diagnosi dell’infezione. È possibile riconoscere i neonati a rischio dall’analisi del microbioma

L’origine è interna e non esterna. Le pericolose infezioni del sangue a cui vanno spesso incontro i neonati prematuri sono causate per lo più da batteri già presenti nell’intestino dei bambini prima della comparsa delle alterazioni del sangue. È quanto hanno scoperto i ricercatori della Washington University School of Medicine in St. Louis che in questo modo hanno fornito indicazioni preziose per il trattamento e la prevenzione della sepsi neonatale, una condizione che colpisce circa la metà dei bambini nati estremamente pretermine (prima delle 28 settimane) e notevolmente sottopeso nelle prime 72 ore di vita. 

Lo studio è stato avviato proprio per risolvere il problema dell’uovo e della gallina. Era noto che l’intestino dei neoanati con infezioni sanguuigne fosse colonizzato dagli stessi batteri all’origine delle infezioni, ma non era chiaro se la loro presenza fosse precedente o successiva all’infezione. 

Scoprirlo avrebbe permesso di capire se le infezioni del flusso sanguigno provenissero dall'interno dell'intestino o fossero trasmesse dall’esterno.

Per lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, i ricercatori hanno eseguito il sequenziamento dell'intero genoma sul ceppo batterico all’origine dell'infezione del flusso sanguigno e hanno utilizzato la profilazione computazionale per tracciare con precisione il ceppo identico all'interno dei campioni di feci dei neonati. Nel 58 per cento dei casi i ricercatori hanno trovato un ceppo batterico quasi identico a quello che  causa la malattia nell'intestino dei bambini prima che fosse diagnosticata l'infezione del flusso sanguigno. In circa il 79 per cento dei casi, l’agente patogeno era presente nell'intestino dopo la diagnosi di un'infezione del flusso sanguigno.

Le analisi hanno anche dimostrato che alcuni dei ceppi di batteri che avevano causato le infezioni del flusso sanguigno erano diffusi tra i neonati ricoverati nello stesso reparti di terapia intensiva. Il che suggerisce la possibilità di uno passaggio di microbi tra i neonati magari attraverso il personale sanitario o le attrezzature. 

Secondo i ricercatori potrebbe essere utile sviluppare uno strumento di valutazione per quantificare il rischio di infezioni del flusso sanguigno in base alla presenza dei batteri pericolosi all’interno dell’intestino dei neonati. 

Fino a poco tempo fa, praticamente ogni bambino nato prematuro veniva trattato con antibiotici come misura preventiva, una procedura che  può portare all'alterazione del microbioma intestinale con conseguenze sulla salute per tutta la vita. 

«Questa è una popolazione vulnerabile. E questo è anche un momento in cui la composizione del microbioma intestinale si sta sviluppando per la prima volta. Queste prime esposizioni ai batteri modellano il microbioma intestinale in un modo che probabilmente resterà immutato per tutta la vita. Il nostro studio suggerisce che uno sguardo precoce al microbioma intestinale nei prematuri potrebbe consentirci di identificare i neonati ad alto rischio di pericolose infezioni del flusso sanguigno», ha dichiarato  ha affermato Gautam Dantas, professore di patologia e immunologia e autore senior dello studio.