Nessun problema di crescita per i bimbi nati con la procreazione assistita

La rassicurazione

Nessun problema di crescita per i bimbi nati con la procreazione assistita

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Immagine: ZEISS Microscopy from Germany, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Un ampio studio mostra che i figli nati da coppie sottoposte a trattamenti per la fertilità crescono come gli altri. Al massimo possono esserci piccole differenze nel peso e nell’altezza nei primi di anni di vita, che però svaniscono con la crescita e non incidono sulla salute

I trattamenti per la fertilità non incidono sulla salute dei bambini. La rassicurazione arriva da uno studio su JAMA Network Open che dimostra che in età adolescenziale i figli nati grazie alla procreazione medicalmente assistita crescono come gli altri. Non sono state osservate differenze nel peso, nell’altezza o nel metabolismo tali da far sospettare qualche effetto delle tecniche usate per favorire il concepimento sullo sviluppo dei figli. 

Così si dovrebbe porre fine ai dubbi sull’impatto dei trattamenti per la fertilità sulla prole sollevati sin dal primo bambini nato con la procreazione assistita nel 1978. 

I ricercatori dell’Università di Bristol hanno utilizzato i dati sulla crescita di 158mila bambini europei, asiatici e canadesi concepiti tramite tecniche di riproduzione assistita e seguiti da 0,6 mesi ai 20 anni.  I risultati mostrano che le piccole differenze osservate durante l’infanzia, con valori dell’altezza e del peso leggermente inferiori, svanivano con la crescita. 

Lo studio è uno dei pochi ad aver raccolto dati sugli adolescenti. La maggior parte delle ricerche finora si era concentrata sui primi anni di vita dei bambini concepiti con Pma. 

«Questo è un lavoro importante. Negli ultimi tre decenni il concepimento tramite tecniche di procreazione assistita è molto più diffuso. Sin dal primo bambino nato da fecondazione in vitro, sono state sollevate preoccupazioni sui rischi per i concepiti. I genitori e i figli ora possono essere rassicurati sul fatto che la procreazione medicalmente assistita potrebbe al massimo comportare un peso e un’altezza leggermente inferiore alla nascita che poi si riduce nell’adolescenza. È improbabile che queste differenze abbiano implicazioni per la salute», ha dichiarato Ahmed Elhakeem, epidemiologo presso la Bristol Medical School: Population Health Sciences (PHS) presso l'Università di Bristol, e autore principale dello studio. 

Ora, precisano i ricercatori, sono necessari studi su campioni ancora più ampi in età più avanzata. Anche altri aspetti come i fattori di rischio cardiometabolico della prole concepita con Pma dovranno essere indagati per avere informazioni sull’impatto a lungo termine dei trattamenti per la fertilità sui figli. 

«Circa 1 coppia su 7 ha difficoltà a concepire nel Regno Unito, il che porta a circa 53mila pazienti all'anno che ricevono un trattamento per la fertilità (IVF o inseminazione da donatore). I risultati di questo studio saranno un gradito sollievo per questi pazienti che iniziano il trattamento nella speranza di avere un giorno figli sani», ha commentato Peter Thompson  direttore del Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA) nel Regno Unito.