Non chiamatela problema estetico, l’alopecia areata è una malattia (e ci sono farmaci)

Giornata nazionale dell’alopecia areata

Non chiamatela problema estetico, l’alopecia areata è una malattia (e ci sono farmaci)

di redazione

Può manifestarsi a qualunque età, fin dai primi mesi di vita, ma è più frequente tra i 20 e i 40 anni. Colpisce il 2 per cento della popolazione, 145 milioni di persone al mondo, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalle abitudini alimentari, dai comportamenti igienici e personali. Stiamo parlando dell’alopecia, una condizione che fino a poco fa veniva considerata un problema con cui dover convivere e che oggi viene trattata come una vera e propria malattia autoimmune. Infatti, di recente sono stati approvati farmaci con indicazione per l’alopecia areata (JAk inibitori).

In occasione della Giornata Nazionale dell’Alopecia Areata (16 settembre) l’Associazione Nazione Alopecia Areata (ANAA) ricorda l’impatto di questa patologia sulla qualità di vita e rinnova il suo impegno in aiuto dei pazienti. 

«Da vent’anni la nostra associazione ha sostenuto la persona con alopecia areata e la sua famiglia, raccolto informazioni e supportato la ricerca. Oggi si pone la sfida di iniziare a sensibilizzare l’opinione pubblica e costruire un dialogo costante con le istituzioni. In occasione della Giornata Nazionale, guardiamo con ottimismo le nuove opportunità terapeutiche che aiuteranno a migliorare la vita di molte persone», spiega il dottor Enrico Rizza, presidente ANAA.

L’alopecia areata è una patologia autoimmune poligenica multifattoriale ad andamento cronico recidivante. La sua origine genetica è stata identificata e confermata da una ricerca condotta alla Columbia University Medical Center, che ha individuato otto geni coinvolti nell’insorgenza della malattia. Da questa recente scoperta sembra, inoltre, che molti dei geni associati all’alopecia areata siano anche associati ad altre malattie autoimmuni, tra cui l’artrite reumatoide, il diabete di tipo 1, la celiachia e la tiroidite, tutte malattie autoimmuni che possono coesistere con l’alopecia areata. 

«L’alopecia areata è stata considerata dall’opinione pubblica poco più di una patologia estetica, ma oggi sappiamo bene che non è affatto così. È, infatti, una patologia cronica, che ha un forte impatto non solo sul corpo del paziente, ma anche sulla sfera psicologica e relazionale. È fondamentale che il paziente e la sua famiglia comprendano che le persone affette da questa patologia dovranno conviverci per molti anni, o, in alcuni casi, addirittura per tutta la vita. In futuro gli specialisti avranno la possibilità di gestire l’ alopecia areata anche attraverso la somministrazione di nuove terapie che, solo da poco tempo, sono state prese in considerazione per  malattia», sottolinea Alfredo Rossi, professore associato presso la Clinica dermatologica, Università di Roma “la Sapienza”.