Un nuovo vaccino per difendersi dal Fuoco di Sant'Antonio
Ogni anno colpisce circa 150 mila italiani e può causare un dolore molto intenso che in alcuni casi evolve in una complicanza invalidante chiamata nevralgia post-erpetica (Npe). Si calcola che circa un individuo adulto su tre sia a rischio di sviluppare almeno un episodio di Herpes Zoster, il cosiddetto Fuoco di Sant'Antonio, nel corso della propria vita. L’incidenza e la gravità aumentano con l’età con un incremento dopo i 50 anni, arrivando a un individuo su due sopra gli 85 anni.
Ora, però, è disponibile anche in Italia il nuovo vaccino ricombinante adiuvato, che ha mostrato un’efficacia fino al 97% tra i 50 e i 69 anni e potrà essere somministrato in tutte le categorie di persone per cui è indicata la vaccinazione nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale.
A fare il punto sulla malattia e sulle nuove opportunità di prevenirla grazie alla vaccinazione sono stati gli esperti riuniti giovedì 6 maggio in una conferenza stampa digitale promossa da GSK, l'azienda che ha sviluppato e formulato il farmaco avvalendosi anche del contributo di cinque studi clinici registrativi che hanno coinvolto 47 Centri del nostro Paese.
Come ha rilevato un'indagine online condotta su duecento tra medici di famiglia, igienisti, infettivologi e diabetologi di 13 Regioni, il fattore dominante che favorisce l’insorgenza dell’HZ è il declino immunitario dovuto all’età. Tra i medici che ne discutono con i loro pazienti, la metà raccomanda altamente la vaccinazione a chi ha dai 50 anni in su, dato che sale a due terzi per i pazienti over 70.
L’indagine ha coinvolto anche un campione di 297 persone tra i 65 e i 75 anni (55% uomini, 45% donne,) tutte consapevoli degli effetti del Fuoco di Sant’Antonio, l’82 per cento delle quali si è detto molto propenso a ricevere una vaccinazione contro l'Herpes Zoster. Nonostante ciò, la possibilità di sviluppare la patologia è ritenuta improbabile dal 62% degli intervistati e circa uno su tre non sa se sia a rischio di contrarre l'Herpes Zoster in futuro. Infine, uno su cinque ne ha sofferto, ma solo il 5% ha ricevuto il vaccino.
Il nuovo vaccino «è un passo avanti importantissimo in considerazione della sua elevata efficacia sia nel breve che nel lungo periodo – spiega Massimo Andreoni, professore di Malattie infettive dell’Università Tor Vergata di Roma - soprattutto per i soggetti over 65, visto che lo Zoster è una patologia assai frequente nella popolazione adulta e con gravi complicanze. Inoltre, il vaccino disponibile fino a oggi era a virus vivo attenuato, non utilizzabile proprio laddove c’è maggiore necessità: nei pazienti immunodepressi che da oggi possono invece beneficiare di questa nuova opzione preventiva».
«L’emergenza ci ha insegnato l’importanza di non abbassare la guardia e di preservare i servizi essenziali per proteggere tutti – commenta Fabio Landazabal, presidente e Ad GSK Italia - dando un nuovo significato alla vaccinazione dell’adulto come persona di cui proteggere sia qualità di vita che ruolo nella società. Trasformando le prospettive di chi è a rischio di Herpes Zoster rinnoviamo la nostra promessa di costruire innovazione reale per i pazienti, partendo proprio dalle nostre eccellenze di ricerca e produzione in Toscana da dove il vaccino viene prodotto e distribuito in tutto il mondo».