Radioterapia, chirurgia oncologica del futuro. Ma per alcuni tumori è già il presente

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Radioterapia, chirurgia oncologica del futuro. Ma per alcuni tumori è già il presente

di redazione

Per qualcuno è la chirurgia oncologica del futuro, ma già oggi in alcuni casi la radioterapia può sostituire il bisturi. E grazie agli ultimi, più recenti, traguardi raggiunti dalla tecnologia, può fare la differenza nella lotta contro il cancro.

Perché questo sia possibile servono però macchinari all’avanguardia e un’alta competenza professionale che non si trovano ovunque. Basti pensare che un’indagine dell’Istituto I-Com ha messo in evidenza che circa il 40% delle macchine in dotazione dei centri italiani sarebbe da sostituire perché non più in linea con le acquisizioni tecniche più recenti.

Fino a oggi un limite all'impiego della radioterapia, e delle radiazioni ionizzanti che utilizza, era rappresentato dal fatto che colpendo le cellule malate si rischiava di colpire anche quelle sane che gli stanno vicine. Grazie alle nuove tecnologie questo problema è stato superato e quindi la radioterapia ha potuto compiere enormi passi in avanti in termini di efficacia.

Una di queste innovative apparecchiature è arrivata all’Istituto neurotraumatologico italiano (Ini) di Grottaferrata, in provincia di Roma, e «permette – spiega il responsabile dell’Unità di Radioterapia e ipertermia oncologica, Antonio Maria Costa - di essere talmente tanto precisi nel colpire le cellule bersaglio tumorali da rendere trascurabili le radiazioni che raggiungono gli organi e i tessuti circostanti la neoplasia e, quindi, possiamo usare un dosaggio di radiazioni decisamente più alto. E poiché a maggiore dose corrisponde maggiore efficacia è facile capire il valore di questa tecnologia». Non solo: la nuova tecnologia riduce anche gli effetti collaterali rispetto alle radioterapie tradizionali con indubbio vantaggio per il paziente.

«Ma non è che una delle strade che possiamo percorrere – sottolinea Costa - dato che, proprio grazie a questa tecnologia, per alcuni tipi di tumore possiamo anche evitare al paziente la sala operatoria».

Negli ultimi anni la radioterapia «ha fatto dei progressi enormi» ed «è considerata la “chirurgia del futuro” per alcuni tipi di tumore - precisa Costa - perché possiamo intervenire nel giro di poche sedute, o anche in una singola seduta, e risolvere situazioni avanzate spesso inoperabili. Inoltre, per alcuni tumori come quello alla prostata, che è il più frequente tumore nell’uomo, o quello alle corde vocali, la radioterapia a intensità modulata è la terapia di prima scelta che ha sostituito il bisturi perché efficace al pari della chirurgia, ma soprattutto è conservativa. Riusciamo a intervenire sulla massa tumorale con estrema precisione evitando al paziente tutto quello che comporta un intervento chirurgico, dal ricovero all’anestesia, alla degenza post operatoria. E poi c’è la IGRT radioterapia guidata dalle immagini – conclude - che rappresenta l’ultima frontiera tecnologica, dove è possibile adattare il trattamento durante lo stesso ciclo di radioterapia».

Per inciso, il Centro di Grottaferrata non solo si è dotato di tecnologie d'avanguardia ma è pure riuscito, sottolinea Cristopher Faroni, direttore generale dell’Ini, ad azzerare le liste d'attesa, «anche in tempo di pandemia».