I reni di un maiale geneticamente modificato sono stati impiantati per la prima volta in un essere umano

Traguardi

I reni di un maiale geneticamente modificato sono stati impiantati per la prima volta in un essere umano

di redazione
L’operazione è avvenuta su un uomo cerebralmente morto. I reni del maiale geneticamente modificato hanno funzionato correttamente per tutte e 77 le ore della sperimentazione. Non ci sono stati segni di rigetto. L’era degli xenotrapianti sembra ufficialmente iniziata

Si è inaugurata l’era degli xenotrapianti? Dopo il cuore, i reni. Gli organi dei maiali geneticamente modificati funzionano e non vengono rigettati una volta inseriti nell’organismo umano. 

Pochi giorni dopo lo straordinario annuncio del primo trapianto di un cuore di maiale geneticamente modificato nell’uomo (ne avevamo parlato qui), arriva la notizia di un altro trapianto da animale a essere umano. Gli organi trapiantati sono in questo caso i reni e ancora una volta provengono da un maiale sottoposto a modifiche genetiche per ridurre il rischio di rigetto. L’intervento, condotto all’University of Alabama a Birmingham  è un po’ meno sensazionale del trapianto di cuore realizzato all’Università del Maryland perché è stato effettuato su un uomo cerebralmente morto attaccato alle macchine per mantenere in funzione l’organismo (la persona che ha ricevuto il cuore suino invece è un paziente in vita che, se tutto andrà per il meglio, potrà condurre una vita normale grazie al cuore nuovo). 

Da un punto di vista medico-scientifico però, lo xenotrapianto di reni può essere considerato un traguardo eccezionale anche se il paziente non potrà beneficiarne. 

Si tratta infatti di un importante passo avanti rispetto al precedente intervento dello scorso settembre con cui i chirurghi del NYU Langone Health avevano attaccato il rene di un maiale geneticamente modificato all’organismo di un paziente cerebralmente morto lasciando però l’organo al di fuori dell’addome. 

Questa volta invece i reni sono stati inseriti nell’organismo esattamente al posto di quelli umani seguendo una procedura identica a quella dei trapianti tradizionali interamente descritta sull’ American Journal of Transplantation.  Si tratta del primo studio su uno xenotrapianto ospitato in una rivista scientifica peer-review. 

I ricercatori hanno dichiarato che l’operazione è andata a buon fine, i reni hanno cominciato a funzionare, a filtrare il sangue e a produrre urina circa 23 minuti dopo l’impianto e hanno continuato a farlo per tre giorni. I reni sono rimasti funzionanti fino alla fine della sperimentazione, 77 ore dopo il trapianto. Non ci sono stati segni di rigetto. Gli organi erano stati prelevati da un maiale “umanizzato” grazie alle modifiche in 10 geni necessarie per ridurre al minimo il rischio di rigetto. I reni dei maiali geneticamente modificati, così come gli altri organi destinati agli xenotrapianti, erano stati ampiamente testati sulle scimmie prima di venire impiegati sull’uomo. 

«Questo modello preclinico umano è un modo per valutare la sicurezza e la fattibilità del trapianto da maiale a primate non umano, senza rischi per un essere umano vivente. Il nostro studio dimostra che le principali barriere allo xenotrapianto umano sono state superate, identifica nuove conoscenze per ottimizzare i risultati dello xenotrapianto negli esseri umani e getta le basi per la creazione di un nuovo modello umano preclinico per ulteriori studi», hanno spiegato i ricercatori.