Sclerosi multipla: dati positivi su evobrutinib
Le persone con sclerosi multipla recidivante trattate con il farmaco sperimentale evobrutinib per più di tre anni e mezzo mantengono bassi tassi di recidiva e non vanno incontro a peggioramento della livello di disabilità.
Sono i dati principali dello studio di fase II OLE presentati nel corso del 38° congresso ECTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis).
Evobrutinib è un farmaco immunomodulatore che si assume per via orale, che penetra nel sistema nervoso centrale e agisce sia sulle cause periferiche sia su quelle centrali dell’infiammazione, inibendo l’azione della tirosinchinasi di Bruton (BTK) sia nei linfociti B che nelle cellule microgliali.
«La progressione della malattia è una delle preoccupazioni principali nella comunità della sclerosi multipla. Conoscere meglio la progressione silente della malattia senza recidive ci aiuterà a comprendere meglio la sclerosi multipla, oltre ai suoi potenziali trattamenti, perché questa patologia ha un impatto deleterio non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello cognitivo e mentale», ha affermato Patrick Vermersch, vice president, research in Biology and Health, University of Lille.
«È la prima volta che riusciamo a dimostrare un’efficacia sostenuta per tre anni e mezzo con un inibitore della BTK nella sclerosi multipla recidivante», ha dichiarato Jan Klatt, senior vice president, head of Development Unit Neurology and Immunology di Merck. «Se uniamo queste nuove scoperte con i nostri dati precedenti che già dimostravano un volume ridotto di lesioni a lenta espansione, indicativo di un effetto sulle cellule microgliali, e livelli ridotti di neurofilamenti, un marcatore di danno neuronale, siamo fiduciosi che evobrutinib abbia il potenziale per offrire la migliore efficacia nella sua classe per le persone con sclerosi multipla recidivante».
Sono stati inoltre presentati gli ultimi dati ottenuti da un’analisi post hoc su pazienti vaccinati condotta durante il periodo di estensione dello studio di fase II, che hanno mostrato che il 96% delle persone affette da sclerosi multipla recidivante trattate con evobrutinib ha ottenuto una risposta anticorpale dopo due dosi di vaccino anti-Covid-19 a mRNA, proprio come accade nei pazienti con sclerosi multipla recidivante non trattati e nei soggetti sani.