Sclerosi multipla: un nuovo farmaco aiuta a spegnere l’infiammazione cronica
Il trattamento con evobrutinib nei pazienti con sclerosi multipla abbia un impatto sulle lesioni cerebrali associate all’infiammazione cronica del sistema nervoso centrale stesso. Queste lesioni a lenta espansione sono lesioni croniche, attive, demielinizzate della sclerosi multipla, che si ritiene siano un indicatore precoce della progressione della malattia.
È quanto emerge da un’analisi di uno studio di di fase II presentata nel corso del congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) tenutosi nei giorni scorsi.
Evobrutinib è un nuovo farmaco in fase di sviluppo per il trattamento della sclerosi multipla. È un inibitore orale della tirosina chinasi di Bruton (BTK) che è importante nello sviluppo e nel funzionamento di varie cellule immunitarie tra cui linfociti B e i macrofagi.
«L'analisi presentata è la prima a mostrare un inibitore BTK che riduce significativamente il volume di lesioni a lenta espansione nei pazienti con sclerosi multipla recidivante, fornendo ulteriori prove a sostegno del meccanismo d'azione di evobrutinib nel trattamento della sclerosi multipla recidivante e sottolineando il potenziale impatto della molecola sulla neurodegenerazione e sulla progressione della malattia», ha dichiarato Xavier Montalban, del Vall d'Hebron University Hospital di Barcellona, Spagna.
L'analisi dello studio di Fase II ha valutato l'effetto del trattamento con evobrutinib sia sul volume di lesioni a lenta espansione, sia su un altro indicatore impiegato recentemente per valutare la progressione della malattia: i livelli della catena leggera del neurofilamento del sangue (NfL) che sono predittivi di un aumento di recidive e dell'attività delle lesioni alla risonanza magnetica.
Lo studio ha inoltre evidenziato che la somministrazione di evobrutinib (75mg) riduce l’attività alla risonanza magnetica e le recidive rispetto al placebo o allo stesso farmaco a dosaggi più bassi, anche in pazienti con sclerosi multipla più avanzata con alti livelli di NfL all’inizio dello studio.
«Sono necessari nuovi trattamenti che colpiscano la neuroinfiammazione cronica all'inizio della sclerosi multipla recidivante per prevenire efficacemente la progressione e l'accumulo di disabilità», ha affermato Danny Bar-Zohar, global head of development per il business Healthcare di Merck. «I primi dati BTKi di evobrutinib sia su lesioni a lenta espansione che su NfL, che si ritiene prevedano la progressione della malattia, confermano ulteriormente la nostra convinzione del potenziale di evobrutinib come trattamento best-in-class per le persone che vivono con sclerosi multipla recidivante».