Tumore del polmone con mutazione EGFR: pazienti liberi da malattia per cinque anni e mezzo con terapia adiuvante
In pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio precoce con mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), a seguito di resezione radicale, osimertinib, farmaco di AstraZeneca, ha prodotto un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia (DFS) rispetto al placebo. È quanto mostrano i risultati aggiornati dello studio di Fase III ADAURA presentati domenica 11 settembre a Parigi in occasione del Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo).
Circa il 30% dei pazienti con NSCLC riceve una diagnosi di malattia abbastanza precocemente da poter essere sottoposto a intervento chirurgico radicale, ma nonostante ciò la recidiva è ancora frequente nella malattia agli stadi iniziali e circa la metà dei pazienti con tumore di stadio I-II e tre quarti dei pazienti di stadio III presentano una recidiva a cinque anni dall’intervento.
«I risultati aggiornati dello studio ADAURA mostrano che il trattamento adiuvante con osimertinib non solo continua a prolungare la sopravvivenza libera da malattia dei pazienti con tumore del polmone in fase precoce con mutazione di EGFR dopo l’intervento chirurgico, ma nel tempo riduce anche il rischio di recidiva a livello del sistema nervoso centrale» spiega Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia toracica dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e principal investigator dello studio ADAURA per l’Italia.
Nei giorni scorsi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di osimertinib come trattamento adiuvante, cioè successivo all’intervento chirurgico, del tumore del polmone non a piccole cellule in stadio precoce (IB-IIIA) che presenta mutazioni di EGFR.
I risultati dello studio ADAURA «sono senza precedenti» assicura de Marinis, e «i vantaggi ottenuti, in base ai risultati aggiornati dello studio, cioè una riduzione del rischio di recidiva o morte pari al 73% nella popolazione globale e una sopravvivenza mediana libera da malattia di circa cinque anni e mezzo, sono davvero significativi e definiscono un nuovo standard di cura, a fronte di un’ottima tollerabilità».
Susan Galbraith, Executive Vice President, Oncology R&D di AstraZeneca, dal canto suo commenta che «è straordinario come solo due anni fa i pazienti con tumore del polmone in stadio precoce con mutazione di EGFR non avessero opzioni terapeutiche mirate dopo la chirurgia. Ora, in tutto il mondo, questa popolazione di pazienti ha la possibilità di accedere a osimertinib e di poter inoltre beneficiare del suo valore aggiunto offerto in termini di protezione a livello encefalico».