Tumore al seno metastatico HER2-positivo: trastuzumab deruxtecan rimborsato da Aifa in seconda linea. Quadruplica il periodo senza progressione della malattia
Quasi 29 mesi (28,8 per la precisione) la mediana di sopravvivenza libera da malattia con trastuzumab deruxtecan rispetto a meno di sette (6,8) con trastuzumab emtansine (T-DM1), che finora ha rappresentato lo standard di cura. Una riduzione del 36% del rischio di morte. Il 77,4% dei pazienti vivo a due anni rispetto al 69,9% con T-DM1.
Sono alcuni dati emersi dallo studio DESTINY-Breast03, che ha arruolato 524 pazienti con tumore del seno metastatico HER2-positivo precedentemente trattati con uno o più regimi a base di anti-HER2.
Risultati «senza precedenti nella storia della patologia» assicura Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica all’Università di Milano e direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all’Istituto europeo di oncologia di Milano, in una conferenza stampa nel capoluogo lombardo nella quale, martedì 12 settembre, si è discusso dell’approvazione da parte dell'Aifa di trastuzumab deruxtecan e delle nuove prospettive di trattamento del tumore del seno metastatico.
Nel 2022, in Italia, sono stati stimati circa 55.700 nuovi casi di tumore della mammella, «la neoplasia più frequente in tutta la popolazione» ricorda Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica). La malattia può ripresentarsi nella forma metastatica anche dopo molti anni dall’intervento chirurgico e dalla fine delle terapie postoperatorie. Inoltre, vi è un 7 per cento di pazienti in cui il tumore si presenta metastatico già al momento della diagnosi. «Le terapie mirate, in particolare i farmaci anti HER2, hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico – sottolinea il presidente Aiom - determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Resta, però, un forte bisogno clinico di strumenti ancora più efficaci per il trattamento delle pazienti con carcinoma della mammella metastatico HER2 positivo, già trattate con le opzioni terapeutiche standard».
Nello studio DESTINY-Breast03 la combinazione trastuzumab deruxtecan ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione mediana di 22 mesi rispetto a T-DM1 ed «è stata significativa anche la riduzione del rischio di morte» aggiunge Curigliano. «Questo studio cambia la pratica clinica e posiziona trastuzumab deruxtecan quale nuovo standard di cura nella seconda linea di trattamento nel tumore metastatico HER2-positivo» prosegue l'oncologo. È un farmaco «altamente selettivo per le cellule tumorali – precisa - riducendo al minimo i danni alle cellule sane circostanti e aumentando l’efficacia del trattamento nei pazienti con tumore HER2-positivo».
Trastuzumab deruxtecan, approvato dalla Commissione europea a luglio 2022 per il trattamento di seconda linea del carcinoma mammario HER2-positivo, è stato riconosciuto dalle Linee guida della Società europea di oncologia medica (Esmo) come standard di cura in seconda linea nel tumore della mammella metastatico HER2-positivo.
«La superiorità di trastuzumab deruxtecan è emersa anche in termini di qualità di vita – rileva ancora Curigliano - grazie al miglior controllo della malattia e dei sintomi»: nel DESTINY-Breast03, nonostante la maggiore durata del trattamento con trastuzumab deruxtecan, la qualità di vita correlata alla salute non è peggiorata. Lo stesso specialista ricorda di aver impiegato per la prima volta il farmaco nel 2017, in una primissima fase di sperimentazione su quattro pazienti, che a distanza di anni sono ancora in trattamento, a testimonianza dell'efficacia e della tollerabilità della combinazione.
«L’introduzione di trastuzumab deruxtecan nella pratica clinica quotidiana risponde a un’importante esigenza dei pazienti con malattia metastatica – interviene Lucia Del Mastro, docente e direttrice della Clinica di Oncologia medica dell'ospedale San Martino di Genova - cioè di disporre di una terapia con un’efficacia elevata, da somministrare per un lungo periodo, e con risultati mai visti finora. Grazie all’approvazione della rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan da parte di Aifa, diventa ancora più concreta la possibilità di tenere sotto controllo a lungo termine la malattia metastatica».
Prima dell'ammissione alla rimborsabilità da parte dell'Aifa, circa 1.200 pazienti hanno potuto usufruire gratuitamente del farmaco grazie alla fornitura delle due aziende che lo producono e commercializzano.
«Una donna con tumore alla mammella metastatico deve intraprendere un percorso complesso non solo dal punto di vista terapeutico, ma anche psicologico ed emotivo» sottolinea Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus. «È quindi fondamentale che vengano adottati percorsi diagnostici terapeutici assistenziali specifici – precisa - diversi da quelli previsti per le pazienti che non presentano la forma avanzata». Oggi, grazie all’innovazione terapeutica «le pazienti stanno assistendo e vivendo una vera e propria rivoluzione del loro percorso di cura- aggiunge - e per questo dobbiamo continuare a promuovere una cultura che permetta sempre di più di guardare alla vita oltre alla malattia metastatica, concentrandoci sulla persona e non solo sulla patologia».
Il carcinoma mammario metastatico sta diventando una malattia «sempre più curabile» rileva Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia. «L’istituzione formale della Giornata nazionale dedicata, che si celebra ogni anno il 13 ottobre e fortemente voluta dalle Associazioni dei pazienti – ricorda - non rappresenta, quindi, un punto di arrivo, ma di partenza». Tuttavia, «oltre ai percorsi specifici all’interno delle Breast Unit, dove deve essere presente un team multidisciplinare – auspica D'Antona - deve essere facilitato l’accesso agli esami per i frequenti controlli diagnostici, è importante garantire l’accesso rapido ai farmaci innovativi, l’informazione sugli studi clinici, l’assistenza dello psico-oncologo e l’accertamento dell’invalidità civile in tempi brevi».
L’approvazione di trastuzumab deruxtecan per il carcinoma mammario metastatico HER2 positivo è soprattutto «un importante passo avanti nella missione di restituire tempo e qualità della vita a quei pazienti oncologici che hanno poche opzioni terapeutiche» dice Mauro Vitali, capo dell'Oncologia di Daiichi Sankyo Italia. «Quando la posta in gioco è la vita delle persone, la rapidità diventa un fattore cruciale e il gioco di squadra può fare la differenza. Grazie alla partnership che abbiamo avviato nel 2019 con AstraZeneca, questo anticorpo farmaco coniugato basato sulla tecnologia d’avanguardia DXd brevettata da Daiichi Sankyo ha visto un’accelerazione decisiva in termini di sviluppo e diffusione in tutto il mondo».
Trastuzumab deruxtecan negli ultimi anni «ha ottenuto diverse designazioni di terapia innovativa, che ne hanno riconosciuto la potenzialità trasformativa, e ha aperto la strada al trattamento di nuovi segmenti clinicamente significativi di pazienti oncologici la cui malattia non prevedeva opzioni terapeutiche mirate» aggiunge Alessandra Dorigo, a capo dell'Oncologia di AstraZeneca Italia. «L’obiettivo di cronicizzare il cancro è sempre più concreto – prosegue - e questa approvazione di Aifa, che cambia il paradigma terapeutico, è solo il primo passo, visto che grazie all’ampio programma di sviluppo clinico che AstraZeneca sta sviluppando con Daiichi Sankyo, con ben 22 studi clinici attivi, trastuzumab deruxtecan sta mostrando importanti risultati anche in altre tipologie di tumori solidi, che esprimono l’HER2. Questi risultati – conclude - ci avvicinano all’ambizione di eliminare, un giorno, il cancro come causa di morte».