Tumore allo stomaco: un paziente su quattro arriva già malnutrito alla diagnosi

Oncologia

Tumore allo stomaco: un paziente su quattro arriva già malnutrito alla diagnosi

di redazione

Fino al 26% dei pazienti con tumore allo stomaco avanzato presenta malnutrizione sin dalla diagnosi (oltre 3.000 pazienti ogni anno) con conseguenze ovviamente negative sulla cura, sulla prognosi e sulla progressione della malattia. Il 25% dei pazienti sottoposti a gastrectomia riferisce disturbi alimentari dopo la chirurgia a causa di pasti sbagliati, come la “sindrome da svuotamento rapido” (dumping syndrome) che provoca sensazione di svenimento, dolori addominali, disturbi gastro-intestinali, un drastico calo della glicemia. Un quadro che potrebbe essere almeno alleviato, se non risolto, con una puntuale educazione nutrizionale al paziente.

L’Associazione “Vivere senza stomaco… si può!”, Fondazione Aiom, la Società di nutrizione clinica e metabolismo (Sinuc) e la Rete oncologica pazienti Italia (Ropi), hanno allora partecipato alla stesura del nuovo Quaderno che accompagna con consigli i pazienti con tumore allo stomaco. La pubblicazione, presentata in un webinar lunedì 24 maggio, è scaricabile gratuitamente dai siti www.fondazioneaiom.it e www.reteoncologicaropi.it.

«In tema di alimentazione e nutrizione, chiediamo la presenza di nutrizionisti, su tutto il territorio – dichiara Claudia Santangelo, presidente dell'Associazione “Vivere senza stomaco… si può!” - così come previsto dall’accordo Stato-Regioni del 2017 e quindi centri di riferimento cui rivolgersi nel nostro percorso di cura. Fondamentale, inoltre, l’accesso gratuito agli alimenti medici ai fini speciali in tutte le Regioni italiane, perché alimentarsi bene è parte della cura».

La corretta nutrizione «è “terapia“ per il paziente oncologico – conferma la presidente di Fondazione Aiom e di Ropi, Stefania Gori – ed è tanto più importante in caso di tumore allo stomaco in cui lo stato nutrizionale è fondamentale per affrontare la malattia e le terapie. Purtroppo ancora oggi il 20% dei pazienti con tumore allo stomaco vive il pasto come una “criticità” insormontabile. Un percepito che impone di offrire a questa categoria di pazienti figure professionali e servizi che li educhino alla corretta nutrizione, con indicazioni sulla qualità e quantità degli alimenti e consigli pratici importanti, come bere lontano dai pasti o distendersi dopo mangiato nel caso di pazienti sottoposti a gastrectomia».

Queste indicazioni permettono al paziente di gestire meglio anche la “sindrome da svuotamento rapido”, «un complesso di sintomi quali sensazione di svenimento, perdita di coscienza, dolori addominali, sintomi gastro-intestinali che possono essere presenti nel 20-25% di pazienti sottoposti a gastrectomia parziale o totale – spiega Maurizio Muscaritoli, professore di Medicina interna all’Università La Sapienza di Roma e presidente Sinuc – che possono comparire poco dopo il pasto o a 1-3 ore di distanza. Una sindrome che induce il paziente a non mangiare o a ridurre le quantità di cibo, ad alimentarsi in maniera disordinata o monotematica, esponendosi a una dieta sbilanciata e, spesso, anche insufficiente, con quanto ne consegue: ad esempio, la perdita di peso e la malnutrizione che possono portare a ritardi o interruzioni nell’esecuzione delle terapie».