Vaccini anti-Covid: oltre i dei due terzi degli effetti avversi dipendono dall’effetto nocebo

L’analisi

Vaccini anti-Covid: oltre i dei due terzi degli effetti avversi dipendono dall’effetto nocebo

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Immagine: Baltimore County Government, PDM-owner, via Wikimedia Commons
di redazione
È stato ampiamente dimostrato che i vaccini sono sicuri. Ora c’è una nuova rassicurazione: il 76% degli eventi avversi più comuni (mal di testa, spossatezza ecc…) dopo la prima dose e il 52% dopo la seconda dipendono dall’effetto nocebo e non dalle sostanze presenti nel vaccino

Mal di testa, spossatezza, indolenzimento muscolare. Sono alcuni dei sintomi necessariamente finiti nella lista degli eventi avversi di tutti i vaccini anti Covid. E non poteva essere altrimenti: questi disturbi sono stati infatti segnalati da una percentuale significativa dei partecipanti ai trial clinici che hanno ricevuto i vaccini. 

Quel che il “bugiardino” non dice, però, è che nel gruppo di controllo, formato da persone che a loro insaputa hanno ricevuto un placebo, sono state osservate reazioni simili in una percentuale non di tanto inferiore. La responsabilità è del cosiddetto “effetto nocebo”: ci si aspetta dal farmaco un qualche effetto negativo e il sintomo temuto si manifesta più reale che mai. Può darsi, quindi, che alcuni degli eventi avversi sperimentati dalle persone realmente vaccinate siano in realtà da attribuire all’effetto nocebo più che alle sostanze presenti nel farmaco. Ma quanti sono i casi di questo tipo? Il risultato di uno studio appena pubblicato su Jama Network Open è piuttosto sorprendente: la stragrande maggioranza dei disturbi più comuni sperimentati dopo il vaccino (mal di testa, sposattezza ecc..) sono da attribuire all’effetto nocebo. E più precisamente: il 76 per cento degli eventi avversi successivi dopo la prima dose e il 52 per cento di quelli segnalati dopo la seconda dose. 

I ricercatori hanno analizzato le relazioni sugli eventi avversi di 12 trial clinici di differenti tipi di vaccini (mRna, vettore virale, proteici) che hanno coinvolto 45mila persone, scoprendo che nel gruppo del placebo, più del 35 per cento di partecipanti dopo la prima dose del farmaco fasullo ha sperimentato quelli che vengono definiti “eventi avversi sistemici” (spossatezza, mal di testa, indolenzimento dei muscoli) e il 16 per cento ha segnalato disturbi nella zona della puntura, dolore al braccio, arrossamento, gonfiore. Percentuali non molto inferiori a quelle osservate nel gruppo del vaccino, dove dopo la prima dose il 46,3 per cento dei partecipanti ha manifestato eventi avversi sistemici (ma il 66 per cento disturbi al braccio).

Mettendo a confronto i dati dei due gruppi, i ricercatori hanno calcolato che dopo la prima dose l’effetto nocebo è responsabile del 76 per cento  delle reazioni più comuni (mal di testa, spossatezza ecc..) e del 24 per cento dei sintomi topici (arrossamento, dolore al braccio). 

Come era prevedibile, sempre per conseguenza dell’effetto nocebo, la maggior parte delle reazioni avverse erano avvenute dopo la prima dose sia nel gruppo sperimentale (quello che ha ricevuto il vaccino) sia nel gruppo del placebo. Dopo la seconda dose gli eventi avversi sistemici erano circa due volte più frequenti nel gruppo dei vaccinati rispetto al gruppo del placebo (61% contro 32%) e le reazioni nel sito di inoculo erano sei volte più frequenti tra i vaccinati rispetto al gruppo dicontrollo (73% contro 12%). L’effetto nocebo restava comunque responsabile del 52 per cento delle reazioni avverse sistemiche e del 16 per cento delle manifestazioni nel luogo della puntura successive alla dose. Tenendo conto che dietro il rifiuto di vaccinarsi spesso c’è la paura per le conseguenze, sapere che in molti casi i disturbi derivano dall’effetto nocebo potrebbe essere rassicurante. 

«Gli eventi avversi apparentemente provocati dai placebo sono spesso chiamati “risposte nocebo” e si pensa che siano causati da un'errata attribuzione dei sintomi, dall’ansia, e dalle aspettative di eventi avversi. Ricerche recenti hanno dimostrato che informare i pazienti sulle risposte  nocebo e fornire maggiori informazioni sui potenziali eventi avversi può portare  a una riduzione dell'ansia correlata agli eventi avversi e alle risposte nocebo», scrivono i ricercatori.

Il sospetto che gran parte degli eventi avversi dei vaccini dipendesse dall’effetto nocebo era già stato sollevato da uno studio su Lancet Regional Health di cui avevamo parlato qui