Dallo zinco un aiuto per accelerare la guarigione dalle infezioni respiratorie

Lo studio

Dallo zinco un aiuto per accelerare la guarigione dalle infezioni respiratorie

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Immagine: Marco Verch Professional Photographer / Flickr (CC BY 2.0)
di redazione
Lo zinco sembrerebbe avere un’efficacia sia nella profilassi che nella terapia delle infezioni respiratorie (si parla di raffreddore, influenza e sinusite, non di Covid-19). Ma c’è ancora molto da chiarire. Per ora non c’è alcuna raccomandazione a usarlo

Non è chiaro a quale dosaggio e in quale formulazione, se in pastiche, gocce, spray nasale o sciroppo, ma lo zinco potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi di un’infezione respiratoria moderata o lieve (raffreddore, sinusite, mal di gola, ma non Covid-19). Lo suggerisce uno studio sul British Medical Journal Open che, sebbene fornisca molti indizi per sostenere che l’integratore procuri dei benefici sia nella profilassi che nella terapia, non offre  nessuna prova definitiva. Tanto che non c’è traccia nello studio di alcuna raccomandazione ad assumere lo zinco per difendersi dalle infezioni respiratorie e men che meno da Covid-19. 

Lo studio si basa sui dati di 28 trial clinici pubblicati in 17 database inglesi e cinesi ta aprile e agosto 2020 che hanno coinvolto 5446 adulti sani con un’infezione respiratoria virale, di cui nessuno risultava infettato da Sars-Cov-2. I partecipanti erano adulti in salute senza carenze di zinco. Mettendo insieme i risultati delle sperimentazioni è emerso che in confronto al placebo l’uso dell’integratore preveniva 5 infezioni su 100 in un mese. Quando veniva usato come terapia, lo zinco, per lo più somministrato sotto forma di gocce sublinguali o di spray nasale, liberava i pazienti dai sintomi in media due giorni prima rispetto al placebo. I partecipanti che assumevano l’integratore avevano il doppio delle probabilità di guarire in una settimana rispetto a quelli del gruppo di controllo. 

I ricercatori hanno calcolato che senza lo zinco dopo una settimana dall’infezione 19 persone in più su 100 avrebbero ancora i sintomi. 

Gli studi dimostrano una riduzione clinicamente significativa dei sintomi al terzo giorno dall’infezione nelle persone trattate con l’integratore con effetti collaterali lievi, per lo più nausea e irritazione al naso e alla gola. 

Tra i partecipanti ai diversi studi ce ne sono stati 6 a cui è stato inoculato un rinovirus umano (il virus del raffreddore comune). In questi casi lo zinco non ha funzionato né come prevenzione né come terapia, non c’è stata alcuna riduzione del rischio di infezione e non c’è stato alcun beneficio sui sintomi successivi all’infezione né sulla durata della malattia.

La maggior parte delle infezioni respiratorie, come influenza, raffreddore, sinusite, guariscono da sole. Ma non tutte. Lo zinco potrebbe avere un effetto protettivo e terapeutico che però è ancora tutto da chiarire. Quando iniziare l’assunzione? A che dosaggio? In che formulazione? In quali casi? Sono tante domande ancora senza risposta. Inoltre, non è del tutto chiaro il meccanismo d’azione dell’integratore. «Non siamo stati in grado di rispondere alle questioni sulla differente efficacia delle differenti formulazioni e dosi, né chiarire il loro meccanismo d’azione. Prima di raccomandare lo zinco, dovrebbero essere prese in considerazione le preferenze dei pazienti, i costi e i benefici economici, la disponibilità delle diverse formulazioni. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire l’efficacia e il meccanismo d’azione dello zinco nelle infezioni virali, comprese quelle da Sars-Cov-2», concludono i ricercatori.