A.A.A. Fumatori cercansi: parte un programma di screening per il tumore del polmone

Congresso Aiom

A.A.A. Fumatori cercansi: parte un programma di screening per il tumore del polmone

Al via il programma ministeriale Risp (Rete italiana screening polmonare) per favorire la diagnosi precoce del cancro al polmone. Coinvolgerà 7.300 persone che saranno monitorate periodicamente con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio

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Immagine: Bicanski on Pixnio
di redazione

Avere un'età compresa fra 55 e 75 anni, fumare un pacchetto di sigarette al giorno da almeno trent'anni o essere un forte fumatore che ha smesso da meno di quindi anni.

Sono questi i requisiti essenziali per potersi candidare all’inserimento nel programma ministeriale Risp (Rete italiana screening polmonare).

Il reclutamento per questo progetto-pilota parte in questi giorni, con l’obiettivo di coinvolgere oltre 7.300 persone (7324) per monitorarle periodicamente con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, LDCT). I centri interessati sono 18, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Coloro che presentano le caratteristiche richieste possono partecipare al programma Risp attraverso diversi canali: dal web (iscrivendosi nel portale www.programmarisp.it e indicando il centro più vicino al luogo di residenza) alle oncologie, pneumologie e cardiologie coinvolte nella fase di reclutamento.

Ogni anno, in Italia, 32.800 persone (circa l’80% dei casi) ricevono la diagnosi di tumore del polmone in fase avanzata, quando la malattia non è operabile e la prognosi è peggiore. Studi clinici hanno dimostrato che l’utilizzo della Tac spirale a basso dosaggio può ridurre di circa il 20% la mortalità per questa neoplasia nei forti fumatori.

Il progetto, il primo di questo tipo in Italia, avviato per porre le basi per l’inserimento dello screening polmonare all’interno dei Livelli essenziali di essistenza (Lea), è stato presentato al Congresso nazionale Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica, aperto sabato 1 ottobre a Roma.

«Nei forti o ex fumatori, la disponibilità di uno screening periodico rappresenta assolutamente un’opportunità – assicura Silvia Novello, docente di Oncologia medica all’Università di Torino e responsabile dell'Oncologia polmonare all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano - garantendo potenzialmente il riscontro precoce di malattia e quindi la sua tempestiva presa in carico con maggiori possibilità di cura e guarigione. Non solo. L’abitudine tabagica è una vera e propria dipendenza. Nel nostro Paese si contano circa 12 milioni di fumatori, il 20% consuma più di venti sigarette al giorno. All’interno di Risp la prevenzione secondaria si sposa con quella primaria e vengono offerti programmi di disassuefazione dal fumo. Le due strategie devono viaggiare appaiate, perché solo così possiamo davvero agire sui tassi di incidenza e mortalità di questa malattia».

Il tumore del polmone è responsabile del maggior numero di morti per cancro in Italia: 34 mila nel 2021. Circa il 60% riguarda i forti fumatori. «Sono numeri allarmanti che ci impongono di agire quanto prima contro quello che resta il big killer». Per Cinieri, peraltro, «non va sottovalutato l’impatto economico della malattia, pari, nel nostro Paese, a circa 2,5 miliardi di euro ogni anno, considerando sia i costi diretti sanitari che quelli indiretti e sociali».

Si stima che nel nostro Paese la popolazione candidabile a screening polmonare con Tac a basso dosaggio sia compresa, secondo le linee guida internazionali, tra 600 mila e 800 mila persone.

«Lo screening è una delle più preziose risorse di sanità pubblica – sottolinea Rita Chiari, membro del Direttivo nazionale Aion e direttore dell’Oncologia dell’Azienda ospedaliera degli Ospedali riuniti Marche Nord - e diventa cruciale in ambito oncologico, dove modificare la storia naturale della malattia significa identificarla nello stadio più precoce. Con la Tac spirale a basso dosaggio, un esame che dura pochi secondi, possiamo fotografare anche il rischio globale per altre patologie fumo-correlate, quantificando ad esempio il danno coronarico o la quota enfisematosa».

Nel 2020, in Italia, sono state stimate circa 41.000 nuove diagnosi di cancro del polmone. La sopravvivenza a cinque anni è pari al 16% negli uomini e al 23% nelle donne.

«A livello europeo sono state già avviate esperienze simili, l’unicità di Risp è di essere realizzata grazie allo stanziamento di fondi ministeriali» ricorda Novello, grazie al “Decreto Sostegni-bis” che ha erogato 2 milioni di euro per il biennio 2021-2022 a sostegno del programma.

«AstraZeneca da sempre si impegna nel rivoluzionare la cura del tumore del polmone attraverso lo sviluppo di terapie e servizi che migliorino in modo significativo il trattamento, la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti» assicura Mirko Merletti, vicepresidente Oncology di AstraZeneca, azienda membro fondatore della Lung Ambition Alliance, una partnership tra organizzazioni che ha l’obiettivo di migliorare la condizione delle persone con tumore del polmone. Nell’ambito della Lung Ambition Alliance, «l’impegno di AstraZeneca si concretizza in Italia in diversi progetti», conclude Merletti, e nel «sostegno a programmi come la Risp».