Il cambiamento climatico influisce sulla qualità di vita dei pazienti affetti da patologie respiratorie. A rischio non solo la salute, ma il benessere generale
Il legame tra la qualità dell’aria e la salute di chi la respira è oramai accertato. Nuove conferme sugli effetti negativi della scarsa qualità dell'aria sulle persone affette da patologie respiratorie arrivano dal nuovo report dell’Economist Impact intitolato “Cleaner air, clearer lungs, better lives: exploring the intersection of air quality, health inequalities and lung health”. Il report è supportato da Chiesi, gruppo biofarmaceutico internazionale orientato alla ricerca, specializzato in soluzioni per la salute delle vie respiratorie.
A Milano Chiesi riunisce oggi un panel di professionisti sanitari, scienziati ambientali e associazioni di pazienti in un evento intitolato “Patient Perspectives on the Impact of Climate Change on Respiratory Wellbeing in cui saranno presentati i principali risultati del documento.
Dal report che ha raccolto dati di cinque Paesi chiave (Regno Unito, Italia, Spagna, Germania e Francia) emerge che i fattori legati al clima hanno un impatto significativo sulla qualità di vita, non solo in termini di salute fisica, ma anche di benessere complessivo.
Nonostante i miglioramenti complessivi della qualità dell'aria registrati nei cinque Paesi, l'inquinamento atmosferico rimane una delle principali preoccupazioni per la salute degli europei. Il 69 per cento degli intervistati ha dichiarato di ritenere che la situazione sia peggiorata negli ultimi cinque anni. Quando è stato chiesto di indicare le principali cause dell'inquinamento atmosferico, oltre il 40 per cento ha sottolineato i fattori legati al cambiamento climatico, in particolare gli eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore e l'aumento delle concentrazioni di pollini.
La percezione dell’impatto della cattiva qualità dell'aria è sensibilmente più alta nelle città che nelle campagne. Il 35 per cento degli intervistati nei centri urbani afferma che la cattiva qualità dell'aria ha influito molto sui sintomi e solo il 5 per cento ha affermato che non ha influito per nulla. Ci sono, inoltre, maggiori probabilità che gli intervistati residenti nelle aree urbane ritengano che gli spostamenti per andare al lavoro, l'attività fisica all'aperto e al chiuso e la semplice permanenza in casa peggiorino la loro condizione polmonare.
«La crisi climatica è anche una crisi sanitaria. Il report sottolinea la necessità di inglobare il punto di vista dei pazienti e le loro esperienze reali nella valutazione degli elementi che, insieme, contribuiscono al benessere dei pazienti, e di tenerne conto nello sviluppo di soluzioni. I responsabili politici devono considerare che i fattori climatici e quelli socio-economici interagiscono e possono esercitare un impatto sulla salute e sul benessere dei pazienti. Noi di Chiesi ci impegniamo a promuovere una maggiore comprensione dei determinanti ambientali delle malattie respiratorie e a intraprendere azioni chiare in tal senso, che non si limitino al solo trattamento dei sintomi», ha dichiarato Carmen Dell’Anna, Head of Global Medical Affairs del Gruppo Chiesi.
Oltre alla salute fisica, la qualità dell'aria mette a dura prova anche il benessere complessivo dei pazienti. I pazienti che vivono in aree con scarsa qualità dell'aria hanno maggiori probabilità di temere un peggioramento della propria salute rispetto a quelli che vivono in aree con buona qualità dell'aria (rispettivamente il 44 per cento vs il 28 per cento). La scarsa qualità dell'aria può costituire un ulteriore ostacolo al miglioramento della salute dei pazienti: oltre la metà degli intervistati in contesti con bassa qualità dell'aria riferisce di aver evitato attività all'aperto, sia di tipo fisico che sociale, che avrebbero potuto avere un impatto positivo sul loro benessere.
Sulla base di questi risultati, Chiesi presenta all’evento le seguenti raccomandazioni programmatiche:
- Riconoscere l'impatto dei fattori legati al clima, come le ondate di calore e l'aumento delle concentrazioni di pollini, sulla qualità di vita complessiva dei pazienti affetti da patologie respiratorie, senza limitarsi alla sola salute polmonare;
- Prevedere che il cambiamento climatico possa ulteriormente aggravare questi problemi e quindi promuovere politiche sanitarie olistiche legate al clima;
- Affrontare le esigenze specifiche dei pazienti affetti da malattie respiratorie nell'ambito di strategie più ampie di adattamento al clima e di equità sanitaria, incentrate su: educazione dell’opinione pubblica sull'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute respiratoria, miglioramento dell'equità di accesso all'assistenza sanitaria e fornitura di un supporto personalizzato alle persone affette da malattie respiratorie durante gli eventi meteorologici estremi;
- Incoraggiare i principali attori della catena del valore dell'assistenza sanitaria ad adottare pratiche sostenibili che riducano l'impatto ambientale e promuovano la salute delle vie respiratorie;
- Facilitare la collaborazione e promuovere il dialogo tra operatori sanitari, esperti ambientali, rappresentanti del mondo dell’industria e delle comunità e gruppi di difesa dei pazienti. Ciò consentirà di formulare politiche per la salute respiratoria sulla base di prospettive diverse, culturalmente sensibili ed efficaci nel mitigare gli effetti nefasti del cambiamento climatico sulla salute respiratoria;
- Dare priorità a ricerche che esaminino l'intersezione tra salute respiratoria e cambiamenti climatici, ossia i rischi specifici, le vulnerabilità e le strategie di adattamento per le persone affette da patologie respiratorie.